Pensione anticipata con TFR, riservata solo ad alcuni: le insidie della proposta che deludono gli italiani, la verità inaspettata

Pensione anticipata con TFR, una promessa che sembra inclusiva ma nasconde vincoli stringenti. Una misura che potrebbe avvantaggiare solo una parte dei lavoratori. Le condizioni legate a reddito e contributi rendono l’opzione più selettiva del previsto. La verità dietro la proposta sorprende e delude molti italiani.

Il dibattito sulla pensione anticipata resta uno dei temi più caldi della politica economica italiana. L’idea di consentire l’uscita dal lavoro a 64 anni grazie al TFR ha catturato l’attenzione, presentandosi come una via d’uscita flessibile da un sistema previdenziale rigido. Il Trattamento di Fine Rapporto, tradizionalmente erogato come liquidazione unica, verrebbe trasformato in una rendita mensile capace di integrare l’assegno pensionistico. Secondo fonti come Il Sole 24 Ore e Repubblica, la proposta è stata rilanciata dal sottosegretario Durigon come strumento per ampliare le possibilità di uscita, ma le condizioni limitano l’accesso a pochi. Il meccanismo prevede infatti che la somma tra pensione ordinaria e rendita da TFR raggiunga almeno tre volte l’assegno sociale, pari oggi a circa 1.616 € al mese.

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Pensione anticipata con TFR, riservata solo ad alcuni: le insidie della proposta che deludono gli italiani, la verità inaspettata – trading.it

Inoltre, servono almeno 25 anni di contributi, requisito che esclude chi ha carriere lavorative discontinue. L’idea di rinunciare alla liquidazione in cambio di una rendita mette in difficoltà molti lavoratori, soprattutto coloro che contavano sul TFR come capitale da utilizzare immediatamente. Gli esperti riportano che la misura favorisce soprattutto chi ha redditi medio-alti, mentre lascia ai margini gran parte dei lavoratori con retribuzioni basse. Anche i sindacati hanno espresso preoccupazioni, sottolineando il rischio di un provvedimento che crea nuove disparità.

Chi può davvero accedere alla pensione anticipata con TFR

Secondo analisi riportate da Corriere della Sera e Sky TG24, la misura riguarda in particolare i lavoratori con stipendi netti oltre 1.600 € mensili. Chi percepisce meno di 1.350 € rischia infatti di non raggiungere la soglia minima, restando escluso dal beneficio. Il requisito dei 25 anni di contributi rende ancora più selettiva la platea, limitando la possibilità di anticipare la pensione a una fascia ristretta di dipendenti. Repubblica evidenzia che la proposta coinvolgerebbe anche chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, superando così la distinzione tra sistema retributivo e contributivo, ma le condizioni restano penalizzanti per chi ha carriere fragili.

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Chi può davvero accedere alla pensione anticipata con TFR – trading.it

Non si tratta quindi di una riforma universale, bensì di un’opzione riservata a chi può contare su una storia contributiva stabile e su livelli di reddito medio-alti. La scelta è comunque volontaria: nessuno è obbligato a utilizzare il TFR per la pensione, ma chi intende farlo deve accettare di trasformare la liquidazione in una rendita integrativa, rinunciando al pagamento immediato.

I vantaggi dichiarati e le criticità nascoste

Il vantaggio principale della proposta è quello di anticipare l’uscita dal lavoro a 64 anni, tre anni prima rispetto alla pensione di vecchiaia. In termini pratici, la pensione anticipata con TFR si tradurrebbe in una maggiore flessibilità e in un assegno mensile più alto nel breve periodo. Tuttavia, fonti come Il Giornale e Money.it hanno sottolineato i limiti concreti della misura. Da un lato, la perdita del TFR come somma unica limita le possibilità di utilizzo immediato di quel capitale; dall’altro, i costi per lo Stato restano incerti e difficili da coprire.

Le simulazioni riportate mostrano che i benefici reali sarebbero concentrati in una ristretta fascia di lavoratori, mentre la maggioranza non riuscirebbe a rispettare le soglie minime richieste. La proposta appare quindi più come un’opportunità selettiva che come una riforma inclusiva, lasciando molti italiani con l’amara consapevolezza che la tanto attesa flessibilità pensionistica resta, almeno per ora, un obiettivo lontano.

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