Non sempre il traguardo dei 67 anni rappresenta l’unico orizzonte per chi sogna di lasciare il lavoro. Esiste una misura che può cambiare il percorso verso il pensionamento, pensata per chi ha iniziato a costruire la propria carriera dopo il 1° gennaio 1996. Non è un’opzione universale, ma per alcuni diventa una soluzione concreta. Non si tratta solo di smettere prima di lavorare: significa rispettare regole precise e conoscere ogni dettaglio. Il cuore di tutto? La pensione anticipata contributiva, che nel 2025 introduce novità importanti per rendere più accessibile questa possibilità.
Per molti la pensione è un punto di arrivo, per altri una liberazione o una nuova opportunità. Uscire dal lavoro qualche anno prima può sembrare una tentazione irresistibile, ma richiede consapevolezza e pianificazione. Significa valutare con attenzione i contributi, stimare l’assegno futuro e capire se questa scelta è sostenibile.

La pensione anticipata contributiva è pensata per chi, pur avendo iniziato tardi, non vuole attendere la pensione di vecchiaia. È uno strumento che offre libertà ma richiede stabilità: le soglie fissate dalla legge sono alte e non alla portata di tutti. In questo equilibrio tra desiderio di tempo e vincoli economici si collocano le storie di chi guarda a questa misura come una possibilità concreta per ridisegnare il proprio futuro.
Pensione anticipata contributiva 2025: tutti i requisiti e le regole da conoscere per accedere prima dei 67 anni
Nel 2025, la pensione anticipata contributiva richiede almeno 64 anni di età e 20 anni di contributi effettivi, derivanti da versamenti obbligatori, volontari o riscattati. L’importo della pensione deve raggiungere almeno tre volte l’assegno sociale, circa 1.616 euro lordi al mese.

Per le donne con figli, la soglia scende a 1.508 euro con un figlio e 1.401 euro con due o più figli. Fino ai 67 anni, inoltre, l’assegno non può superare cinque volte il trattamento minimo INPS, circa 3.082 euro mensili. È prevista una finestra mobile di tre mesi tra il raggiungimento dei requisiti e l’erogazione. La grande novità del 2025 è la possibilità di integrare l’assegno con una rendita derivante da un fondo pensione, così da raggiungere la soglia minima. Per farlo servono almeno 25 anni di contributi (che diventeranno 30 dal 2030) e, fino ai 67 anni, non si possono cumulare altri redditi da lavoro, salvo quelli occasionali entro 5.000 euro annui. Questa apertura rende la misura più flessibile e consente a chi non raggiunge il minimo di accedervi, se ha pianificato la propria previdenza in anticipo.
Pensione anticipata contributiva come scelta di vita: vantaggi, limiti e riflessioni per chi valuta l’uscita anticipata
La pensione anticipata contributiva non è solo un calcolo numerico, ma una scelta che incide profondamente sulla vita. Anticipare l’uscita dal lavoro significa avere più tempo per sé, per la famiglia o per nuovi progetti, ma richiede compromessi. Non tutti riescono a raggiungere le soglie richieste: chi ha carriere discontinue o stipendi bassi rischia di restarne escluso. Per chi invece ha una posizione contributiva stabile o ha investito nella previdenza complementare, questa misura diventa una reale opportunità. Gli esempi sono chiari: un uomo con 64 anni, 22 anni di contributi e una pensione stimata di 1.550 euro non può accedere, a meno che non abbia una rendita integrativa; una madre con due figli e 1.450 euro di pensione sì, grazie alle soglie ridotte. In questo senso, la misura premia chi ha contribuito con continuità e chi ha pianificato per tempo.