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Economia e Finanza

Pensione con 25 anni di contributi: la cifra non è male e si sfruttano i 3 anni, sorprendi i colleghi

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Chiarire cosa significhi andare in pensione con 25 anni di contributi non è una notizia scontata, perché molti sbagliano. Tu sei tra questi?

Scoprire se si sta compiendo i giusti passi per conseguire la pensione con 25 anni di contributi non è proprio una passeggiata di salute, anche perché si parla si “saper sfruttare 3 anni”, ma a cosa si fa riferimento? È possibile essere un passo avanti, non per prevaricare gli altri, ma per far valere finalmente una volta per tutte i propri diritti. Analisi a partire dalle news della Legge di Bilancio 2025, fino alle conseguenze più inedite ed inaspettate per i cittadini.

Pensione con 25 anni di contributi: la cifra non è male e si sfruttano i 3 anni, sorprendi i colleghi- Trading.it

Le maggiori novità sono introdotte dalla Legge di Bilancio 2025, la quale mette in gioco degli aggiustamenti e delle misure seguendo delle modalità alternative ed inedite. Infatti, uno dei tasselli sui quali occorrerebbe focalizzarsi, è proprio quello di comprendere la portata degli stravolgimenti, e come questi possono essere recepiti dai diretti interessati. Gli obiettivi principali sono quelli di conferire maggiore trasparenza ed elasticità alla questione, specialmente conseguendo l’intento di pensionarsi con 3 anni d’anticipo.

Ovviamente, si tratta di anticipo rispetto la pensione di vecchiaia che si conferma sempre a 67 anni. Ma allora, la possibilità di andarsene prima in pensione, a 64 anni, è possibile, il punto è capire come e se queste modalità vigenti possano rispettare le esigenze di una larga fetta di contribuenti.

L’aspetto che maggiormente condiziona la questione è legato ai contributi: anni, quantità e natura. Appunto, non bastano più 20 anni di versamenti. Spoiler: la novità principale può non piacere alla maggior parte dei cittadini proprio perché non confacente i loro interessi.

Quali novità per andare in pensione con 25 anni di contributi?

Fatta la giusta introduzione con l’analisi della Legge di Bilancio 2025, arrivati a questo punto serve considerare in maniera specifica, quali siano davvero nel concreto le novità apportate. Cosa succede tra i 64 e i 67 anni? Di tutto visti gli ultimi aggiornamenti! Al di là dell’ironia, probabilmente alcune di queste potrebbero letteralmente stravolgere le sorti dei cittadini per far valere appieno i loro diritti e conseguire dignitosamente la pensione con 25 anni di contributi.

Quali novità per andare in pensione con 25 anni di contributi?- Trading.it

La notizia si conferma a pieno titolo, da 20 si passa a 25 anni di contributi, ma esistono davvero pensioni con tale portata di contribuzione? Il punto è che a detta dei movimenti del Governo, questo requisito più  64 anni d’età, dovrebbero essere l’ideale per uscirsene con anticipo dal mondo del lavoro: ma come avviene questo miracolo previdenziale dal sapore italiano dolceamaro?

Si parla di previdenza integrativa e non è la prima volta che lo si fa. Infatti, è il tema centrale dei dibattiti sempre più accesi tra sindacati e legislatori, i quali cercano di trovare le migliori condizioni possibili per il pensionamento. Anche ai tempi della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, nota con la sigla RITA, si sono tenuti in considerazione. Ma adesso con la previdenza complementare che prevede fondi privati affiancati alla previdenza obbligatoria dell’INPS, diventano parte essenziale del discorso.

Il sistema proposto propone il pensionamento a 64 anni con 25 di contributi, rispettando però 4 requisiti cardine, sfruttando la rendita per superare gli ostacoli al conseguimento del fine. Ai due elementi si aggiunge l’aver percepito un primo accredito dopo il dicembre 1995 e che la pensione non sia più bassa di 3 volte l’assegno sociale o di meno per le madri lavoratrici.

Ma perché si fa tanto accenno alla natura dei contributi? Perché è quest’ultima a stravolgere tutto. Sei in regola?

Parlano i contributi puri, è questo il dettaglio che può fare la differenza!

Se già arrivare alla pensione con 20 anni di contributi è difficile, figuriamoci se di anno in anno questi aumentano. Ma cosa sono i contributi puri? Questo dettaglio può danneggiare o risollevare le condizioni dei cittadini, dipende però da molteplici fattori, alcuni dei quali legati alla personalissima situazione lavorativa e contributiva che questi vivono. Chi saranno i destinatari messi in difficoltà?

Parlano i contributi puri, è questo il dettaglio che può fare la differenza!- Trading.it

Hanno contributi puri chi non possiede contributi precedenti al 1° gennaio 1996. Appunto, se i primi 3 criteri non sono così complessi da conseguire, è sul quarto che bisogna fare la giusta analisi. Già 20 anni che valgono circa 1700 euro al mese non è facile conquistarli, anche perché parliamo di pensioni contributive che si basano sulla somma dei contributi versati, e di quelle che non prevedono integrazioni e maggiorazioni. Arrivare a ciò con 25 anni è arduo, se non peggio.

La donne con figli possono farcela con un trattamento pari a 2,6 l’assegno sociale, ma solo perché hanno prole, altrimenti sarebbero messe in difficoltà maggiore. Cosa cambia quindi in sostanza per i contributi puri? Che se la pensione non arriva a 3 volte l’assegno sociale nonostante i versamenti ai fondi pensione integrativi, non si possono raggiungere cifre degne.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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