La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza con la quale estende ai nipoti maggiorenni orfani e inabili al lavoro che vivono con i nonni la pensione di reversibilità.
I nipoti maggiorenni orfani e inabili che vivono con i nonni hanno diritto a ricevere la pensione di reversibilità. E’ quanto ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza n. 88/2022 emessa il 5 aprile scorso.
Il più importante organo costituzionale del nostro Paese ha infatti ritenuto illegittimo l’art 38 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 818 del 1957 che escludeva i nipoti maggiorenni orfani e interdetti, non in grado di lavorare e che vivono con i nonni, dal ricevere la pensione di reversibilità.
Si tratta di un significativo e quanto mai importante passo avanti. L’iter già era cominciato con la pronuncia n. 180 del 1999 che prevedeva l’accesso alla pensione di reversibilità dei nonni per i nipoti orfani minorenni. In questo caso si era giustamente messo in evidenza il rapporto affettivo e di parentela che sussiste tra le parti, nonché tutta una serie di diritti e di doveri come l’obbligo di fornire gli alimenti, il mantenimento, l’educazione e l’istruzione per garantire loro un adeguato percorso di crescita.
Appare chiaro che tale rapporto sussiste allo stesso modo tra i nonni e i nipoti orfani e inabili al lavoro di cui è provata la vivenza a carico, anche se rientranti nella maggiore età. Ritenendo questa disparità di trattamento ingiustificata e deteriore nei confronti dei nipoti maggiorenni la Corte ha scelto di intervenire con la suddetta sentenza.
La questione si fonda sul fatto che la tutela del nipote maggiorenne orfano e interdetto al lavoro che abita con i nonni è alla stregua di quella di un nipote minorenne: essa è fondamentale e deve essere mantenuta anche nel momento della morte del nonno, per cui tutti i nipoti hanno lo stesso diritto a beneficiare della pensione di reversibilità.
Secondo la Corte Costituzionale perseguire una strada diversa, come quella precedente alla sentenza, è altamente discriminatorio ed anche illogico nei confronti dei nipoti orfani maggiorenni e interdetti che vivono a carico del nonno. Essi al decesso del loro ascendente si ritrovano nelle stesse condizioni di bisogno e necessità in cui versano i nipoti minorenni, per cui è il caso che possano ricevere l’assegno pensionistico di reversibilità del defunto.
Ciò d’altra parte avviene anche nel caso in cui un figlio maggiorenne versa in una condizione di inabilità al lavoro: egli ha infatti diritto a ricevere la pensione di reversibilità dei genitori quando essi passano a miglior vita.
In conclusione la Corte Costituzionale ha scelto di dichiarare l’illegittimità costituzionale dell’art 38/1957 ritenendo il medesimo colpevole di violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Nello specifico l’organo costituzionale vuole tutelare il diritto dei nipoti maggiorenni orfani a carico dei nonni e non in grado di mantenersi autonomamente a ricevere la pensione di reversibilità, emolumento che viene erogato proprio con lo scopo di provvedere ai bisogni e al sostentamento di coloro che non riuscirebbero da soli a procurarsi un reddito per vivere dignitosamente.
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