Non tutti ne sono a conoscenza: ecco come puoi sfruttare lo scivolo offerto dall’Istituto previdenziale per ottenere la pensione a 55 anni
Il tema della pensione è sempre attuale e molto discusso nel nostro Paese. Questo perché si tratta id un argomento controverso e spesso al centro delle riforme da parte della politica di governo. Tutto ciò spesso crea confusione e indecisione tra i contribuenti, i quali a volte commettono errori e non sanno come muoversi.
In molti casi, infatti, c’è chi pur avendone diritto non riesce a fare domanda per poter ricevere il tanto atteso assegno pensionistico. In questo articolo quindi vogliamo mostrarti come sfruttare lo scivolo offerto dall’Istituto previdenziale per poter andare in pensione a 55 anni.
Sono sempre di più le voci che parlano di un’imminente riforma che permetterà a molti contribuenti di andare in pensione a 55 anni e con largo anticipo rispetto ai 67 previsti per la pensione di vecchiaia. Ad oggi per andare in pensione, infatti, servono 67 anni di età e aver raggiunto 20 anni di contributi. Se invece un lavoratore non è riuscito ad ottenere 20 anni di contributi, dovrà aspettare il compimento dei 71 anni di età per poter ricevere l’assegno pensionistico.
Esistono alcune soluzioni offerte dall’Inps che permettono di anticipare – anche di molto – l’età pensionabile (come ad esempio Opzione Donna o Ape Sociale). Ma come fare per andare in pensione a 55 anni e sfruttare lo scivolo offerto dall’Istituto di previdenza? Alcuni contribuenti possono sfruttare Quota 41, la quale permette di andare in pensione a 55 anni se si hanno almeno 41 anni di contributi e se si appartiene ad una categoria di tutela, come quei lavorator che svolgono lavori usuranti o gravosi o se si ha un’invalidità di almeno il 74%. Ne possono usufruire anche chi ricopre il ruolo di caregiver.
Ma Quota 41 non è l’unica possibilità per poter andare in pensione a 55 anni sfruttando lo scivolo dell’Inps. È infatti possibile ottenere questa possibilità anche per quei lavoratori che hanno maturato 30 o anche solo 20 anni di contributi. Tuttavia, questi contribuenti dovranno collegare il diritto alla pensione ad una condizione di invalidità. Possono infatti approfittare di questa possibilità le donne non vedenti che hanno almeno 10 anni di contributi nel caso di dipendenti del settore privato. Se invece si tratta di lavoratrici autonome l’età si alza a 56 anni. Un’altra categoria è quella dei soggetti con invalidità civile superiore a 2/3 e inabilità permanente assoluta che possiedono almeno 5 anni di contributi.
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