Ci sono situazioni in cui la novità è la svolta, ma per alcuni andarci subito in pensione, potrebbe non essere poi così tanto conveniente.
Ogni lavoratore ha la sua situazione lavorativa, ragion per cui nonostante la novità sulla pensione implichi che sia stra-conveniente andarci subito, non lo si può comunque affermare in maniera assoluta. Ecco come capire cosa è giusto fare.
C’è chi figurativamente immagina il 2027 come data di termine, ma in certi casi è meglio anticipare, perché per certe categorie la situazione previdenziale peggiorerà. Sono due i motivi che determinano ciò, il primo attiene alla questione dei contributi. No, non serve accumularne di più per avere un trattamento migliore, o meglio non lo è sempre.
Di base, non si tratta di un ragionamento sbagliato perché di anno in anno l’aumento della pensione lorda ha un importo che varia dai 25 ai 50 euro, ma comunque ci sono delle insidie da considerare che riguardano ogni lavoratore.
Inoltre, se l’obiettivo è dedicarsi ad un tempo di qualità, quello da dedicare a sé stessi o alla famiglia, o se si hanno problemi di salute, bisogna dire addio al 2027, ma bisogna pensionarsi il prima possibile. Questi sono degli elementi da non sottovalutare, ma non i soli.
Si sono evidenziati i motivi che pongono la convenienza nell’andarci subito in pensione, e da qui la maggior parte non ne potranno non riconoscere la vantaggiosità. Ma perché lo è per solo qualcuno? Da questa risposta si definiscono chi sono coloro i quali faranno salti di gioia e quelli che invece dovranno rimboccarsi le maniche. L’avvenire può essere… complicato!
Da qui al 2027 arrivano due grossi cambiamenti, l’uno conseguenza dell’altro. Il primo, dopo lo stop dei cambiamenti legati ai requisiti da maturare, dal 1° gennaio del citato anno, dovrebbero scattarne di nuovi da legare all’età pensionabile con adeguamenti di 3 mesi.
Infatti, per la pensione di vecchiaia si parlerà di 67 anni e 3 mesi con 20 di contributi, per quella anticipata 43 e 1 mese di contributi per gli uomini, e 42 per le donne. Si tratta di un aumento di requisiti che toccheranno le misure dedicate alla Legge Fornero, alla Quota 41 dei precoci, a quella 97,6 e a a tutte le altre. Quindi, quasi nessuno scapperà da questa situazione!
Ma qual è la peggiore conseguenza a cui dovranno fare fronte i cittadini in età pensionabile? Che i coefficienti di trasformazione legati a questi valori aggiornati, porteranno le pensioni al ribasso. Appunto, ci saranno ulteriori cali negli assegni mensili. Già con l’aggiornamento attuale ci sono state perdite, nel 2027 saranno ancora più consistenti. In conclusione, non si prospetta uno scenario favorevole per le generazioni future.
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