L’Inps sbaglia i calcoli delle pensioni per tanti cittadini: con questa domanda è possibile ottenere l’adeguamento e anche tutti gli arretrati. Ecco di cosa si tratta.
Sono molti i cittadini che hanno una pensione più bassa rispetto a quello che dovrebbero realmente ottenere. Tale errore è dovuto sia a numerosi errori di calcolo commessi dall’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale sia a dei mancati adempimenti da parte dei pensionati stessi.
Secondo alcune organizzazioni sindacali e patronati in base ad alcuni dati statistici come riferiscono gli esperti di Proiezioni di Borsa, almeno una pensione su tre risulta sbagliata e gli errori sono commessi a sfavore del pensionato. Questa situazione, tuttavia, può essere risolta con una semplice richiesta all’Inps. Scopriamo insieme di cosa si tratta e come presentare la richiesta.
Sono molti i pensionati italiani che ricevono una pensione “sbagliata”, infatti, secondo alcuni dati almeno una pensione su 3 in Italia viene emessa con importo errato. Sono queste le informazioni fornite da alcune organizzazioni sindacali e patronati.
Gli errori sull’importo della pensione sono legati ad alcuni fattori:
In effetti, nel nostro Paese, le prestazioni erogate prendendo in considerazione come parametro il reddito sono molte. Il pensionato, infatti, potrebbe effettuare delle richieste ogni anno che potrebbero portare un aumento nell’importo del proprio assegno pensionistico. Essi sono:
Tuttavia, tali prestazioni sono erogate solo qualora il pensionato ne faccia espressa richiesta: per questo motivo è importante che egli presenti ogni anno il Modulo RED.
Altri casi in cui il pensionato potrebbe ricevere un importo dell’assegno pensionistico più alto sono legati ai contributi. Alcuni pensionati, infatti, hanno contributi non utilizzati perché, ad esempio, dovevano essere riscattati a pagamento. In questo caso si può usufruire dello strumento della ricostituzione.
Nel caso di tali diritti inespressi, infatti, si parla di ricostituzione di motivi reddituali; in altri casi, invece, i motivi sono contributivi. A prescindere dal caso, la Legge offre la possibilità di operare fino a 5 anni prima. Dunque, qualora il diritto ad una determinata somma aggiuntiva sia pregresso, si potranno recuperare fino a 5 anni di arretrati.
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