Cosa sta succedendo a Tesla? I numeri sembrano brillanti, ma qualcosa non torna. Alcuni analisti iniziano a frenare l’entusiasmo mentre il titolo oscilla tra picchi e discese. Eppure, il fascino di Elon Musk e l’appeal del marchio non sembrano bastare a far volare le azioni.
Cos’è cambiato davvero? C’è un sentore nell’aria che potrebbe suggerire una nuova direzione. Ma non tutto è come appare.
Negli ultimi mesi, chi segue la Borsa con attenzione avrà notato che qualcosa è cambiato nel modo in cui si parla di Tesla. Non è più quella startup ribelle che ribaltava le regole. Oggi il titolo divide: da un lato chi crede che ci sia ancora spazio per crescere, dall’altro chi teme che il meglio sia già stato scontato dal mercato.
Nel 2025, il titolo ha vissuto un anno movimentato. Il minimo a 214,25 dollari e il massimo a 439,74 raccontano una corsa fatta di entusiasmi e bruschi rallentamenti. Oggi è in area 347,68, un livello comunque alto. Eppure, c’è una nota stonata: il prezzo obiettivo medio indicato dagli analisti è di 290,36 dollari, ben sotto la quotazione attuale.
In mezzo, 48 analisti e una raccomandazione media: “accumulate” con target a 290,26, molto al di sotto del livello attuale. Insomma, Tesla non è da vendere, ma nemmeno da comprare a mani basse. Il messaggio è chiaro: chi ha già il titolo, può tenerlo. Ma chi valuta un ingresso adesso, forse dovrebbe aspettare.
Per anni, bastava una conferenza stampa o un tweet di Elon Musk per infiammare i mercati. Ma nel 2025 l’atmosfera è diversa. Tesla continua a innovare, certo, ma sembra aver perso un po’ del suo potere magnetico. Anche le ultime news – nuovi modelli, espansione produttiva, collaborazione con altre aziende tech – non hanno generato l’effetto valanga che ci si aspettava.
Il problema non è tanto nei risultati, quanto nella percezione. Il mercato si aspettava sempre qualcosa in più, e oggi sembra chiedere concretezza. I grandi sogni funzionano meno. Gli analisti valutano le trimestrali con occhio clinico e si aspettano numeri solidi, non promesse.
Nel frattempo, la concorrenza cresce. I giganti dell’auto tradizionale spingono forte sull’elettrico, e i player cinesi diventano sempre più agguerriti. Questo erode quel vantaggio competitivo che per anni ha tenuto Tesla un passo avanti a tutti.
E allora viene da chiedersi: il titolo ha davvero perso smalto, o sta solo vivendo una fase di transizione? È il momento in cui da promessa diventa certezza. E con la certezza, spesso, arriva anche la normalità. Ma Tesla è fatta per essere normale?
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