Un aumento mensile in busta paga senza promozione né straordinari. Basta restare al lavoro, anche se si ha già diritto alla pensione. Il Bonus Giorgetti divide i lavoratori: c’è chi lo vede come un’occasione intelligente per guadagnare di più, e chi teme gli effetti sul proprio futuro previdenziale. Intanto, le domande iniziano ad aumentare e la misura potrebbe influenzare anche le scelte dei prossimi anni. Ma è davvero un vantaggio? O nasconde un prezzo da pagare?
Ogni anno, migliaia di lavoratori attendono con impazienza la fatidica soglia della pensione anticipata. Dopo una vita tra turni, scadenze e contributi versati, il traguardo sembra finalmente a portata di mano. Ma oggi, qualcosa è cambiato.

Da quest’estate è in vigore un incentivo che promette più soldi subito per chi decide di rimanere al lavoro, anche se potrebbe già smettere. Un’opzione che sta facendo riflettere non pochi dipendenti, soprattutto in un momento storico in cui l’inflazione e il costo della vita mettono a dura prova ogni stipendio.
Cos’è il Bonus Giorgetti e chi può richiederlo
Il Bonus Giorgetti sulle pensioni è un incentivo rivolto ai lavoratori dipendenti, sia pubblici che privati, che maturano i requisiti per la pensione anticipata entro il 31 dicembre 2025. Invece di andare subito in pensione, chi sceglie di restare al lavoro riceve in busta paga l’importo dei contributi a proprio carico che normalmente verrebbe versato all’Inps. Un valore pari al 9,19% dello stipendio lordo per i privati, e all’8,89% per i dipendenti pubblici.

L’importo viene erogato direttamente ogni mese ed è esente da imposte. Per esempio, un lavoratore del settore privato con uno stipendio lordo di 2.000 euro incassa circa 180 euro netti in più al mese; con uno stipendio di 2.500 euro, il bonus sale a oltre 220 euro. Il tutto senza cambiare ruolo, orario o mansione.
Il beneficio si rivolge a chi raggiunge i requisiti della pensione anticipata ordinaria (42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 e 10 per le donne) oppure quelli della Quota 103 (62 anni di età e 41 di contributi). La domanda va presentata all’Inps tramite portale online o patronato, e il bonus resta valido finché non si va effettivamente in pensione.
Pro e contro di una scelta che non è per tutti
Da un lato, il bonus pensione Giorgetti offre liquidità immediata, senza dover attendere il calcolo della pensione. Un’opportunità interessante per chi ha spese da sostenere o vuole incrementare il reddito mensile. Dall’altro lato, però, comporta la rinuncia a una parte dei contributi versati: quelli del lavoratore. Il montante previdenziale continua ad aumentare solo grazie ai contributi versati dal datore di lavoro.
Se l’incentivo viene sfruttato per pochi mesi, l’effetto sulla pensione sarà minimo. Ma se si prolunga per anni, l’assegno previdenziale finale può subire un taglio stimato tra il 5% e il 7%, secondo le simulazioni riportate da fonti come laleggepertutti.it. Questo può incidere soprattutto in caso di lunga aspettativa di vita o assenza di altre fonti di reddito.
Non va trascurato l’aspetto personale. Per alcuni, restare a lavorare può essere un piacere; per altri, un peso. Il bonus previdenziale può rappresentare un incentivo utile per restare, oppure un compromesso che nasconde rischi nel lungo periodo.