Perché una perdita del 50% non è mai solo un -50%

 Cosa succede davvero quando il mercato crolla? Una risposta che pochi si aspettano, e che cambia tutto il modo di pensare agli investimenti. Il tempo di recupero non è l’unica variabile da considerare: la vera sorpresa sta nei numeri nascosti dietro ogni perdita. E se il mercato perde il 50%, quanto deve salire davvero per tornare al punto di partenza? Le risposte sono tutto fuorché intuitive.

Un mercato che scende può sembrare un semplice momento passeggero, ma la realtà è più complessa. Quando un indice perde il 20%, non serve una salita uguale per recuperare: serve il 25%. Se la perdita è del 50%, occorre un guadagno del 100%. Una discesa da 100 a 50 non si recupera con un semplice +50%. Questa sproporzione rende ogni crollo molto più pesante di quanto sembri a prima vista.

Grafico ribassista
Perché una perdita del 50% non è mai solo un -50%-trading.it

Eppure, non è solo una questione di numeri. Anche il tempo gioca un ruolo determinante. Storicamente, piccoli cali del 10% sullo S&P 500 si sono risolti nel giro di 3 o 4 mesi. È il classico scivolone, quello che capita con una certa regolarità e si riassorbe quasi sempre senza grandi scossoni. Quando la discesa si avvicina al 20%, invece, si entra in un territorio più impegnativo: da otto mesi a due anni per tornare su, spesso in corrispondenza di recessioni moderate.

Il 2020 ha offerto un caso molto particolare. Durante il crollo legato al Covid, il mercato perse circa il 34% in poche settimane. Eppure, il recupero fu sorprendentemente veloce: otto mesi circa. Un’anomalia? Non proprio. Fu il risultato diretto di manovre coordinate e rapide da parte delle banche centrali. In quell’occasione, non fu il tempo a vincere, ma la reazione collettiva.

Oltre il numero: la profondità del ribasso cambia tutto

Se si guarda a crisi più profonde, il quadro cambia radicalmente. Tra il 2000 e il 2002, e ancora tra il 2007 e il 2009, lo S&P 500 perse quasi il 50%. Il tempo medio per rivedere i livelli pre-crisi? Tra cinque e sette anni. In entrambi i casi, la ripresa non fu lineare, né priva di ostacoli. Ci furono rimbalzi, nuove cadute, false partenze. La salita fu lenta, irregolare, e piena di dubbi.

Persona preoccupata per un ribasso dei mercati
Oltre il numero: la profondità del ribasso cambia tutto-trading.it

Ma il caso più estremo resta quello del 1929. La Grande Depressione spazzò via l’86% del valore del mercato, lasciando dietro di sé un deserto di fiducia e investimenti congelati. Per tornare ai livelli iniziali, ci vollero quasi venticinque anni. Non fu solo un crollo, fu un cambiamento strutturale del sistema economico. E un’intera generazione rimase segnata.

Più la perdita è profonda, più la salita diventa faticosa. E ogni percentuale in meno non equivale a una uguale in più per tornare su: serve molto di più. È un principio semplice da comprendere, ma spesso ignorato nei momenti di euforia o panico.

Allora la domanda cambia. Non è più “quanto tempo ci vorrà?”, ma “quanto è grande il prezzo da pagare per risalire?”. In alcuni casi, è solo questione di mesi. In altri, servono anni di pazienza. In certi casi estremi, la ripresa è lunga una vita intera. E forse, in quelle curve in salita, si nasconde la vera natura degli investimenti: non la corsa al guadagno, ma la forza di resistere.

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