Arrivano finalmente i permessi retribuiti per morte o malattia degli animali, ecco cosa è necessario sapere.
Anche gli animali necessitano di cure, che si tratti di malattia o morte, i padroni devono essere nelle condizioni di poter prendere senza problema alcuno, dei permessi retribuiti per farvi fronte. La famiglia è importante, e anche gli amici a 4 zampe ne fanno parte. Chi ha un cane o un gatto se ne assume la piena responsabilità, e se questi hanno bisogno di una visita o di esser seppelliti, è diritto dei padroni avere la possibilità di farlo senza guai con la propria mansione.

Sempre più spesso i dipendenti si trovano in difficoltà nel coniugare le esigenze familiari con quelle lavorative. Il punto è che sul fronte “esseri umani” si ha quello di cui si ha di bisogno, ma non per questo gli animali domestici devono sempre essere messi in secondo piano.
Proprio per questo, si analizza la proposta di legge del Deputato Devis Dori, Alleanza Verdi e Sinistra, che vorrebbe concedere permessi retribuiti in caso di morte o malattia di cani e gatti.
Analizzando la proposta nel dettaglio, si evince la presenza di 3 giorni di permesso retribuito davanti alle situazioni in questione, in primis per la morte. Per quanto concerne quelli di malattia, si propongono 8 ore di permesso all’anno al fine di assistere il proprio amico a 4 zampe.
Come avere i permessi retribuiti per morte o malattia degli animali
La ratio della proposta è abbastanza evidente, equivale a sostenere le famiglie che prese dalle mille faccende quotidiane, tendono a non dare priorità ai propri animali, compiendo un gravissimo errore. Ovviamente, i padroni non lo fanno con cattiveria, ma per difficoltà concrete, a volte non solo di tempo, ma anche di matrice economica. Ma come averlo?

Cani e gatti sono membri della famiglia, anche se molti tendono sempre a considerarli come “esseri viventi di serie B”, la maggior parte dei padroni pensano che siano importanti allo stesso modo. Essi hanno un grande impatto emotivo sulle persone, gli si vuole bene, si condivide tempo ed esperienze con loro, proprio per questo meritano un dignitoso trattamento.
La proposta è stata studiata per cani e gatti, poiché entra in gioco “l’identificazione degli animali”, e loro sono facilmente individuabili mediante microchip e l’iscrizione all’anagrafe. Al momento, la legislazione italiana non ha ancora consolidato dei permessi per le suddette situazioni, ma è la strada che si vuole perseguire.
Perché si devono obbligare i padroni a usare le ferie o i permessi personali? Uno Stato Sociale che si rispetti non può cadere in questo errore, anzi deve garantire la possibilità di fare ciò nelle migliori condizioni possibili, non a fatica!
In conclusione, per l’indagine IPSOS del 2024 è circa il 56% delle famiglie che ha un animale, e la proposta è anche sostenuta da diversi esponenti politici, pure di quelli conservatori come Michela Vittoria Brambilla, vicina ai diritti degli animali.