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Venezuela: aumentano le sanzioni, diminuiscono le esportazioni di greggio

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La contrazione è causata dalle azioni intraprese da Washington, che ha aumenta le sanzioni sulle esportazioni di petrolio dal paese del Sud America.

Nel mese di febbraio, a causa delle sanzioni USA che hanno colpito le societĂ  e gli individui che si occupano della commercializzazione ed esportazione del petrolio dal Venezuela, queste hanno ricevuto una battuta di arresto, nonostante fossero fondamentali per il regime di Nicolas Maduro.

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Venezuela: cosa ne sarĂ  del commercio del greggio?

Le esportazioni a febbraio sono diminuite quindi in maniera importante, infatti si tratta di un -13% rispetto al mese di gennaio quindi, 418.857 barili in meno.

Perché ci sono state queste sanzioni ? Gli Stati Uniti avrebbero collocato nella black list alcune società, ad esempio la maltese Elemento Limited e la svizzera Swissoil Trading, con l’accusa di aver agevolato il governo di Maduro nell’aggirare le sanzioni USA. In che modo? Le società, nonostante i divieti, avrebbero aiutato il Venezuela a vendere petrolio acquistandolo da Petróleos de Venezuela, S.A. che è la compagnia petrolifera statale, per poi venderlo a mercato; allo stesso modo Swissoil Trading, utilizzando additivi chimici avrebbe mascherato il petrolio, con l’obiettivo di non renderlo identificabile come greggio venezuelano. Ovviamente nella black list sono finiti anche i rappresentanti di entrambe le società.

Negli ultimi anni, da quando gli Stati Uniti hanno incrementato le loro sanzioni, il Venezuela, che possiede moltissime riserve di petrolio, si è servito spesso di varie società, poco conosciute come Hangzhou Energy e Ariastone Group Pty Ltd, per poter vendere e piazzare il proprio greggio. In ultimo Maduro ha stretto contatti anche con l’Iran che sembra ancora sfuggire alle sanzioni statunitensi dopo che China National Petroleum Corp e Rosneft Oil Co PJSC hanno smesso di fare affari con Caracas.

Il Venezuela ha sviluppato quindi varie tecniche per continuare a commercializzare il proprio prodotto, come da ultimo lo spegnimento dei motori delle navi che si avvicinano ai terminal petroliferi per evitare di essere rilevati, o anche la creazione di bolle di trasporto falsificate. La maggior parte dei carichi di petrolio provenienti dal Venezuela avevano come destinazione la Cina, e carichi sporadici verso Cuba.

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