L’avvio degli scambi nella borsa di Milano, i titoli migliori e i titoli peggiori. Una panoramica delle principali borse europee.
Apertura negativa per la borsa di Milano e per tutte le principali piazze europee, sulla scia della chiusura in rosso di Wall Street nella giornata di ieri, provocata dall’impennata dei rendimenti obbligazionari. In particolare, l’indice tecnologico americano, il Nasdaq, ha chiuso con una performance molto negativa del -3,02%.
Piazza Affari inaugura gli scambi di giornata con l’indice FTSE MIB a quota 24.093,82 con una performance di -1,09% rispetto alla chiusura di ieri (–266,63 punti indice).
Ecco nel dettaglio le perdite registrate in apertura di seduta dai principali indici borsistici europei:
L’indice Stoxx Europe 600, che sintetizza l’andamento di tutte le principali borse europee, ha aperto con una performance del -0,38%.
Da segnalare le performance particolarmente negative, a livello europeo:
Rimane stabile lo spread BTP/Bund che si muove intorno ai 95 punti base, con il BTP decennale che ha un rendimento del +0,65%.
L’unico titolo acquistato in apertura è Enel con una performance del +0,25%. Tra i migliori titoli (o meglio tra i meno venduti) vi sono:
Le perdite maggiori in apertura sono state registrate dai seguenti titoli:
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Dopo l’apertura già fortemente negativa, Borsa Italiana Spa ha deciso di sospendere gli scambi sul titolo Telecom Italia, dopo circa mezz’ora dall’avvio degli scambi, per eccesso di ribasso, nel momento in cui il titolo perdeva il 5,69% a quota 0,4378 euro.
A determinare questo sell-off (forti vendite) è stata l’indiscrezione riportata dal quotidiano La Repubblica, secondo cui il piano del governo Conte, che prevedeva una rete Internet unica di proprietà di Tim, potrebbe non andare in porto. Nella giornata di ieri, infatti, il ministro dell’innovazione tecnologica del nuovo governo guidato da Mario Draghi, Vittorio Colao, non si è espresso favorevolmente nei confronti del piano promosso negli scorsi mesi dall’ex Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e dall’ex ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
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