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Pirateria online, cosa cambia con la stretta sul ‘pezzotto’: rischi grossi per chi ha un abbonamento

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La legge anti pirateria online inasprisce le pene e chi ha un abbonamento al pezzotto (Iptv) rischia gravi sanzioni: ecco i dettagli da conoscere e cosa cambia

L’attenzione sulla pirateria online e sul cosiddetto pezzotto, ovvero agli utenti che impiegano l’Iptv pirata è sempre più alta, anche in virtù della norma passata alla Camera: a seguire alcuni dettagli, i rischi e gli aspetti da conoscere per coloro che hanno un abbonamento.

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La Guardia di Finanza, a seguito del tracciamento di tutte le connessioni ai portali pirati, ha avuto modo di rintracciare gli utenti e coloro che hanno un abbonamento.

Proprio in virtù del tracciamento, l’utenza del pezzotto che paga gli abbonamenti illegali rischia multe e sanzioni. Con il passaggio avvenuto alla Camera della norma anti pirateria online, non soltanto si verificherà il blocco dei contenuti non leciti, ma vi sarà un inasprimento delle pene per chi fruisce dei servizi.

A spiegarlo è Money, il quale riporta anche la replica dell’esperto di internet Matteo Flora, ai quesiti posti da Repubblica sulla norma anti pezzotto. Questi, si è soffermato a spiegare che coloro che hanno un abbonamento illecito dovrebbero preoccuparsi.

Le Forze dell’Ordine hanno infatti seguito uno strategia dalla grande efficacia, ripercorrendo la formula “follow the money“. Ovverosia, seguendo il denaro si troveranno colpevoli e complici,.

Legge anti pirateria online e pezzotto, occhio a cosa cambia per chi è abbonato

Nella fattispecie, in merito alla legge che contrasta la pirateria online e il pezzotto, si segue il denaro per scovare truffatori ed abbonati al servizio illegale.

L’obiettivo del provvedimento approvato si lega alla tutela delle proprietà intellettuali, mediante l’inasprimento delle pene per coloro che abusano del diritto d’autore. Di riflesso, più poteri alla magistratura per agire ed in tempi maggiormente celeri.

Anzitutto, il primo cambiamento si legherà al blocco dei contenuti; finora era possibile richiederlo a livello DNS, ma risultava aggirabile in modo semplice e l’esecuzione necessitava di una certa tempistica. Tramite la nuova legge il blocco riguarderà direttamente l’indirizzo del portale ed oggetto di mira saranno i siti che diffondono materiali non leciti, gratis o a pagamento.

Ma quella del blocco dei siti illegali è soltanto la prima fase dell’operazione per frenare e contrastare le truffe dello streaming. Infatti attualmente vi sono più di cinque milioni di utenti che ricorrono al pezzotto, abbonati oppure utilizzatore dei servizi, gratis.

Ci si è adoperati con maggior interesse per stoppare chi truffa, si legge, e per raggiungere chi è abbonato ed agire sui comportamenti non leciti. Il secondo step non a caso prevede l’allertare la magistratura e concentrarsi sul follow the money, per poter scovare chi usa il servizio illegale.

Pene e sanzioni

Viene spiegato che vi è modo di risalire agli identificativi di chi ha l’abbonamento, operazione possibile attraverso i pagamenti fatti e non l’indirizzo Ip, per ragion di privacy. Dopo il rintracciamento, vi saranno le sanzioni al singolo. Sanzioni che, per coloro che attuano la truffa sono maggiori, ma che non sono leggere al contempo per i clienti.

Come si evince dal testo della normativa infatti, tutti coloro che in modo abusivo eseguono la fissazione su supporti digitali, audio, video o audio-video, totalmente o parzialmente di una opera cinematografica, audio-visiva oppure editoriale, ovvero effettuano la riproduzione, l’esecuzione oppure la comunicazione al pubblico della suddetta eseguita in modo abusivo, verranno punti con “reclusione da sei mesi a tre anni”. E ancora, si legge, “con una multa da euro 2.582 a euro 15.493″.

Per quanto concerne coloro che usufruiscono del servizio, spiega Money, sopratutto coloro che pagano per il servizio e dunque sono rintracciabili in modo più facile, il rischio si lega ad una sanzione sino a cinquemila euro.

Chi volesse infine approfondire una tematica diversa ma estremamente rilevanza, qui le novità da conoscere in tema di tregua fiscale: quali proroghe decise lo scorso 28 marzo e i provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri.

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