Portafoglio, ecco la migliore protezione contro la bolla secondo gli esperti: 1 solo asset al 15% potrebbe bastare

I mercati azionari continuano a segnare nuovi record, ma le valutazioni elevate, soprattutto nel settore tecnologico USA, sollevano dubbi su una possibile bolla. Con i rischi geopolitici e macroeconomici sullo sfondo, gli strategist si dividono su come ribilanciare il portafoglio tra azioni, obbligazioni e oro.

Nonostante un contesto globale dominato da incertezze, dalle guerre commerciali ai timori di recessione, le borse mondiali hanno messo a segno un rally quasi ininterrotto, spingendo gli indici su massimi storici. Questa corsa solleva però interrogativi cruciali tra gli investitori: siamo di fronte a una bolla speculativa destinata a scoppiare? E come si dovrebbe adeguare un portafoglio di investimenti per navigare questa fase complessa?

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Portafoglio, ecco la migliore protezione contro la bolla secondo gli esperti: 1 solo asset al 15% potrebbe bastare – trading.it

Le analisi degli esperti divergono. Da un lato, c’è chi vede il rialzo come il frutto di una solida innovazione tecnologica; dall’altro, chi lancia l’allarme su multipli insostenibili. Le strategie ora si concentrano sul giusto mix tra azioni, obbligazioni e beni rifugio come l’oro per proteggersi da una potenziale correzione senza rinunciare a possibili guadagni.

Valutazioni elevate e rischi: l’analisi degli strategist

Il campanello d’allarme più citato è il “Warren Buffett Indicator“, che misura il rapporto tra la capitalizzazione della borsa USA e il PIL, attualmente al 217%, un valore che segnala una marcata sopravvalutazione. L’analisi dei multipli conferma le tensioni: l’indice tecnologico statunitense tratta a 43 volte gli utili, mentre quello dei semiconduttori, secondo i dati forniti, arriva a 57. Per Manuela D’Onofrio di Unicredit, ci troviamo di fronte a “valutazioni esasperate”, con una probabilità di correzione significativa “elevata” in un orizzonte di 3-4 anni.

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Valutazioni elevate e rischi: l’analisi degli strategist – trading.it

Altri esperti, come Paola Bianco di Euromobiliare Am, avvertono che il mercato potrebbe scontare troppo in fretta i benefici dell’intelligenza artificiale, rischiando una brusca correzione se i risultati dovessero tardare. Tuttavia, non tutti concordano. Alessandro Solina di Eurizon Capital sgr ritiene che il rally possa proseguire grazie a inflazione sotto controllo e banche centrali meno aggressive, mentre per Alberto Zorzi di Arca Fondi sgr il motore resta un trend reale e potente: l’innovazione. Tra i rischi sottovalutati, Donatella Principe di Fidelity cita le guerre commerciali, mentre D’Onofrio punta i fari sul settore opaco delle criptovalute, con il bitcoin che ha superato i 120.000 $.

Le strategie di ribilanciare il portafoglio

In questo scenario, il ribilanciamento diventa cruciale. Sul fronte delle azioni, emerge una preferenza per l’Europa, dove, secondo Solina e Bianco, le valutazioni sono più attraenti rispetto agli Stati Uniti. Tuttavia, Zorzi ricorda che l’azionario resta essenziale per catturare la crescita. Per quanto riguarda le obbligazioni, le opinioni sono discordanti. D’Onofrio e Solina vedono i titoli di Stato, in particolare i Btp, come un’interessante forma di diversificazione, specie con tassi reali positivi.

Di parere opposto è Principe, che preferisce le obbligazioni corporate (il credito), sostenendo che in questa fase i bond governativi non diversificano a sufficienza dal rischio azionario. Un consenso più ampio si registra sull’oro: D’Onofrio suggerisce di renderlo una componente strutturale del portafoglio per almeno il 15%, non solo come bene rifugio ma anche per la domanda sostenuta da parte dei Paesi emergenti. Anche Principe lo considera una componente difensiva da considerare. Infine, sulla liquidità, le posizioni si divaricano: D’Onofrio ritiene sensato tenere circa il 10% in cash, mentre per Solina “restare liquidi è inefficiente” con i tassi reali positivi.

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