Ritirarsi dal lavoro prima dell’età pensionabile può sembrare un sogno irraggiungibile. Ma in certe situazioni, quando la salute viene meno in modo serio e permanente, quel sogno diventa un’ipotesi concreta. Esiste una via regolata dalla legge, non automatica, ma destinata a chi vive condizioni mediche gravi. Non è un privilegio, ma una tutela. E riguarda solo chi è impossibilitato a lavorare a causa di patologie pesanti. Per queste persone, il sistema previdenziale italiano prevede una possibilità reale di pensionamento anticipato. Un’uscita dignitosa dal mondo del lavoro, pensata per chi non ce la fa più.
Ogni anno migliaia di lavoratori ricevono diagnosi che sconvolgono la quotidianità. Alcune malattie non solo mettono a dura prova il fisico, ma compromettono in modo definitivo la capacità di svolgere attività lavorative. Ed è in questi casi che l’INPS interviene.

L’accesso alla pensione anticipata per invalidità non è automatico, né garantito a tutti. Serve una percentuale di invalidità ben definita e un percorso di certificazione chiaro. Non basta una diagnosi. Occorre dimostrare che la patologia incide concretamente sulla vita lavorativa, e che la situazione è irreversibile o altamente limitante.
Patologie gravi e invalidità riconosciuta: i requisiti per accedere alla pensione anticipata
Il primo passo per accedere alla pensione anticipata per motivi di salute è il riconoscimento di un’invalidità civile pari almeno al 74%. Tuttavia, per ottenere il trattamento pensionistico in anticipo rispetto all’età ordinaria, nella maggior parte dei casi è necessario un grado superiore, come l’80% o il 100%, a seconda del tipo di pensione. Non tutte le malattie danno automaticamente diritto a questa possibilità. Solo alcune patologie croniche, gravi e invalidanti possono aprire la strada a questa misura.

Tra queste rientrano gravi forme di insufficienza renale, cardiopatie in stadio avanzato, malattie neurologiche come la sclerosi multipla o il Parkinson, patologie oncologiche in fase terminale, disturbi psichiatrici severi e disabilità motorie che impediscono completamente ogni attività lavorativa. Ad esempio, una lavoratrice colpita da tumore con metastasi ha ottenuto la pensione d’inabilità dopo il riconoscimento del 100% di invalidità. In un altro caso, un ex autista affetto da una grave cardiopatia è stato riconosciuto inabile al lavoro e ha ottenuto il trattamento pensionistico anticipato.
L’età anagrafica in sé non è l’unico fattore determinante. Può accadere che persone con un lungo percorso lavorativo alle spalle e gravi condizioni di salute riescano ad accedere alla pensione ben prima dell’età standard. Il punto centrale è la combinazione tra invalidità riconosciuta e contribuzione maturata.
Iter da seguire e difficoltà da evitare nella richiesta all’INPS
Il percorso per ottenere la pensione anticipata per motivi di salute inizia con il certificato medico introduttivo, compilato dal medico curante. Questo documento viene trasmesso telematicamente all’INPS e serve per attivare la procedura di riconoscimento dell’invalidità. Una volta convocati, i richiedenti devono presentarsi alla visita presso la commissione medico-legale, portando con sé tutta la documentazione clinica.
Superata la valutazione, si può procedere con la domanda di pensione, da presentare attraverso i servizi online dell’INPS o con l’assistenza di un patronato. Quest’ultimo può essere utile anche per evitare errori nei moduli o nella presentazione dei documenti.
È fondamentale sapere che, a seconda del tipo di pensione, i requisiti contributivi cambiano. Per la pensione anticipata in caso di invalidità all’80%, sono necessari almeno 20 anni di contributi. Se invece si richiede la pensione di inabilità, con invalidità al 100%, bastano 5 anni di contribuzione, di cui almeno 3 negli ultimi 5 anni. In entrambi i casi, il giudizio dell’INPS è vincolato non solo alla gravità della condizione medica, ma anche alla compatibilità con l’attività lavorativa svolta.
Il riconoscimento dell’invalidità può anche dare accesso a benefici aggiuntivi come esenzioni sanitarie, detrazioni fiscali e permessi previsti dalla Legge 104. Tuttavia, è importante tenere presente che l’importo della pensione potrebbe essere inferiore rispetto a quella ordinaria, poiché i contributi versati sono spesso inferiori.
L’uscita anticipata dal lavoro per ragioni di salute rappresenta una tutela fondamentale, ma va affrontata con consapevolezza e con l’assistenza di professionisti esperti. In gioco non c’è solo un assegno mensile, ma la possibilità di riprendere il controllo della propria vita in un momento di grande fragilità. In fondo, quando il lavoro diventa un ostacolo alla salute, fermarsi non è una scelta: è un diritto.