La sentenza n. 15694/2025 della Corte di Cassazione conferma che si possono chiedere soldi al datore di lavoro anche con diritto prescritto, come fare.
La decisione della Cassazione trae origine da un caso di infortunio sul lavoro in cui il datore è stato ritenuto penalmente responsabile per lesioni colpose, queste aggravate ai danni del lavoratore, e in seguito alla violazione delle norme di sicurezza. Ecco come chiedere i soldi al datore anche se il diritto è prescritto, indicazioni operative.
Protagonista un lavoratore incaricato di attività di pulizia in un’area dell’azienda ritenuta pericolosa e senza protezioni, dopo una caduta dall’alto. L’uomo è volato già da un terrapieno di 5-6 metri, riportando lesioni gravi.
Per la Corte è il datore a essere responsabile per non aver posto in essere adeguate misure di sicurezza, violando gli obblighi formativi, e aver assegnato al lavoratore quelle che sono delle mansioni, non rientranti nel contratto.
Seguono poi le dichiarazioni del lavoratore, giudicate credibili anche dal riscontro di accertamenti di elementi oggettivi. Ad esempio, lo stesso ritardo nel soccorso. Esclusa la presenza di una rottura del nesso causale tra le omissioni del dato e l’infortunio del dipendente.
La difesa nel ricorso in Cassazione contesta la motivazione e la valutazione delle prove, per cui le dichiarazioni della persona offesa, sono contraddittorie e non supportate de elementi esterni. Si lamenta l’ignorata rilevanza della testimonianza del lavoratore e gli stessi documenti della sua formazione.
Sostenendo anche che la caduta fosse frutto di un’azione autonoma e imprevedibile, del tutto estranea alle sue mansioni. Infine, la difesa critica l’omessa considerazione delle consulenze tecniche difensive, le quali avrebbero messo in dubbio la dinamica dell’infortunio, ricostruita nei gradi di merito.
Raccolti gli elementi della contestazione, risulta fondamentale capire quale sia stato il percorso decisionale che ha portato la Cassazione alla conferma che segue. Davanti al diritto prescritto, si possono chiedere soldi al datore di lavoro, ecco come.
Succede proprio che la Cassazione ha respinto tutti i motivi del ricorso, e lo fa con grande decisione.
Poiché le stesse contestazioni difensive sono state ritenute infondate, a loro volta i Giudici hanno ribadito che le responsabilità del datore di lavoro, persistono anche davanti una condotta imprudente del lavoratore, purché abnorme. Le stesse consulenze tecniche della difesa, non sono servite, perché considerate irrilevanti.
In ogni caso, la Corte ha confermato estinto il reato per intervenuta prescrizione alla data del 5 febbraio 2025, annullando di conseguenza la condanna penale. In conclusione, le disposizioni relative al risarcimento civile per i lavoratore, si confermano.
Sia datore che lavoro che società, sono tenuti al risarcimento non solo dei danni cagionati alla salute del lavoratore, ma anche a pagare le spese processuali poste in essere.
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