Quali sono i buoni postali migliori per chi punta al 3% netto annuo?

Riuscire ad avvicinarsi a un rendimento netto del 3% annuo sembra un obiettivo ambizioso nel contesto attuale. Tuttavia, esiste una soluzione storica, spesso trascurata, che offre garanzie solide e una tassazione agevolata: i buoni fruttiferi postali. Non fanno rumore come altri strumenti finanziari, ma parlano chiaro a chi cerca sicurezza e costanza, senza sorprese. Alcune opzioni disponibili oggi si avvicinano più di quanto si pensi a quel traguardo tanto cercato.

Nel panorama degli investimenti semplici e accessibili, i buoni fruttiferi postali restano un punto fermo per chi vuole dormire sonni tranquilli. Offerti da Poste Italiane e garantiti dallo Stato, questi strumenti non impongono spese e beneficiano di una tassazione ridotta al 12,5%, un vantaggio non trascurabile rispetto ai classici investimenti finanziari.

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Quali sono i buoni postali migliori per chi punta al 3% netto annuo?-trading.it

Chi desidera ottenere un ritorno netto del 3% l’anno si trova però davanti a un piccolo ostacolo: oggi nessun buono postale lo garantisce in modo diretto. Ma alcune formule ci vanno molto vicine. È importante capire le differenze tra le varie proposte e valutare bene l’orizzonte temporale prima di prendere una decisione.

Anche se i numeri possono sembrare simili, è il tempo che fa la differenza. Maturare un rendimento più alto significa spesso impegnarsi per diversi anni, in alcuni casi più di dieci. Eppure, proprio quella pazienza può essere ripagata, se l’obiettivo è costruire qualcosa nel lungo periodo.

I buoni fruttiferi postali più interessanti oggi

Tra le proposte attualmente disponibili, il Buono 3×4 risulta uno dei più equilibrati. La sua durata di 12 anni non è breve, ma consente di arrivare a un rendimento lordo del 3% annuo a scadenza, che si traduce in circa il 2,63% netto. Un risultato che non raggiunge la soglia desiderata, ma la sfiora con una certa costanza.

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I buoni fruttiferi postali più interessanti oggi-trading.it

Molto interessante, ma adatto solo a intestazioni per minori, è il Buono Minori. Questo strumento può restare attivo fino al compimento dei 18 anni del beneficiario, offrendo rendimenti progressivi che, negli ultimi anni, superano anche il 5% lordo. Se mantenuto per almeno 15 anni, il rendimento netto può effettivamente superare il 3%, rendendolo una scelta ideale per progetti a lungo termine legati a figli o nipoti.

Più recente, il Buono 100 ha una durata breve: solo 4 anni. A scadenza promette un 3% lordo annuo, che al netto diventa circa 2,625%. Meno impegnativo rispetto agli altri, è una via di mezzo interessante per chi vuole un vincolo più breve senza rinunciare del tutto alla redditività.

Alternative o integrazioni ai buoni postali

Quando i buoni postali non riescono a offrire il 3% netto, si può valutare l’integrazione con altri strumenti. Titoli di Stato come i BTP, conti deposito promozionali o ETF obbligazionari possono superare quella soglia, ma con un livello di rischio e tassazione più alti.

Resta fondamentale considerare la propria tolleranza al rischio e la necessità di liquidità. I buoni possono essere rimborsati in qualsiasi momento, anche se il rendimento dipende dalla durata effettiva. Questa flessibilità è spesso sottovalutata ma può fare la differenza.

Alla fine, la vera domanda non è solo quale buono scegliere, ma quanto si è disposti ad attendere. Investire non è mai solo una questione di numeri, ma anche di tempo, fiducia e orizzonti.

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