Quanta energia consuma l’AI? Come 4 milioni di case o l’intero fabbisogno della Svizzera

L’accordo da 300 miliardi tra OpenAI e Oracle non è solo una questione finanziaria: richiede infrastrutture e una potenza elettrica straordinaria, pari a quella necessaria per alimentare milioni di case. Scopriamo quali sono le stime e cosa significa in termini reali il fabbisogno energetico legato all’intelligenza artificiale.

Negli ultimi mesi la notizia ha fatto scalpore: OpenAI ha stipulato un contratto con Oracle da circa 300 miliardi $ per acquistare potenza di calcolo nei prossimi cinque anni. L’intesa, parte del progetto “Stargate”, prevede la costruzione di data center con una capacità di 4,5 gigawatt di potenza elettrica. Questo valore è paragonabile al consumo elettrico di circa 4 milioni di case.

AI consumo energetico
Quanta energia consuma l’AI? Come 4 milioni di case o l’intero fabbisogno della Svizzera – trading.it

Ma cosa significa in termini di consumo energetico complessivo? Secondo il rapporto 2024 del Lawrence Berkeley National Laboratory, nel 2023 i data center negli Stati Uniti hanno consumato circa 176 TWh elettrici, pari al 4,4% del consumo totale del Paese. Il tema non riguarda solo l’America: secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, a livello globale i centri dati e le reti digitali potrebbero arrivare a consumare entro il 2030 una quota compresa tra il 4% e l’8% della domanda elettrica mondiale, un incremento significativo rispetto ai livelli attuali.

Che impatto ha un carico di 4,5 GW sui consumi

4,5 GW rappresentano la potenza richiesta per far funzionare questi grandi data center a pieno regime. Se un impianto lavora costantemente a questa potenza, parliamo di un consumo annuale che può superare 39 TWh (4,5 GW × 24 ore × 365 giorni ≈ 39,4 TWh) solo per mantenere operativi server, sistemi di raffreddamento e alimentazione ausiliaria. Questo dato è simile al consumo annuo elettrico di una regione europea di medie dimensioni.

Confrontandolo con i consumi totali degli Stati Uniti, dove i data center già utilizzano 176 TWh l’anno, l’accordo Oracle-OpenAI rappresenterebbe da solo circa il 22% dell’intero settore americano. In pratica, l’impegno energetico necessario a sostenere la nuova infrastruttura equivale a quello di un Paese come la Svizzera o la Grecia.

AI data center
Che impatto ha un carico di 4,5 GW sui consumi – trading.it

Gli esperti sottolineano che non si tratta solo di numeri impressionanti ma anche di un problema infrastrutturale. Fornire elettricità a un data center da diversi gigawatt richiede la costruzione di nuove centrali, linee di trasmissione dedicate e sistemi di backup avanzati. Inoltre, la richiesta di chip ad alte prestazioni, indispensabili per l’IA generativa, aumenta ulteriormente il fabbisogno energetico complessivo.

I limiti, le sfide e le soluzioni in vista

L’aumento della domanda elettrica di queste dimensioni pone sfide complesse. Prima di tutto, le reti elettriche locali devono reggere l’aumento del carico: servono investimenti per potenziare le linee, le stazioni di trasformazione e garantire continuità. In secondo luogo, c’è il tema della sostenibilità: una parte consistente dell’elettricità consumata dai data center proviene ancora da fonti fossili. Secondo uno studio accademico, oltre il 50% dell’energia usata dai centri dati statunitensi ha origine fossile, con impatti ambientali importanti.

Per mitigare questi effetti, le aziende stanno puntando su tecnologie di raffreddamento più efficienti, hardware a minor consumo, accumulo energetico e impianti alimentati da fonti rinnovabili. Alcuni operatori valutano di localizzare i futuri data center in aree dove l’energia pulita è più facilmente disponibile o di integrare sistemi solari ed eolici on-site.

Un altro punto critico riguarda il costo: il prezzo dell’energia incide direttamente sulla redditività dei servizi di intelligenza artificiale. Se le tariffe elettriche dovessero salire, anche l’accesso alle piattaforme IA potrebbe diventare più oneroso. Gli analisti avvertono inoltre che, senza una gestione attenta, la crescita del settore rischia di pesare eccessivamente sugli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO₂ fissati a livello internazionale.

Le proiezioni più recenti stimano che entro il 2030 la domanda elettrica globale dei data center possa superare i 130 GW, equivalenti a oltre 1.000 TWh all’anno. Un livello che rappresenterebbe più del doppio del consumo annuale della Germania. In questo contesto, il contratto da 300 miliardi di OpenAI e Oracle diventa il simbolo di una sfida che non riguarda solo l’economia digitale, ma anche il futuro energetico del pianeta.

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