Il BTP 1 NV 26 7,25 % con scadenza 1° novembre 2026 è ormai un titolo prossimo al rimborso, ma conserva caratteristiche peculiari: una cedola lorda del 7,25 %, quotazione sopra la pari (~105,23 €) e un credito d’imposta pari a 0,62 %, che può aumentare il rendimento netto effettivo in presenza di minusvalenze su altri strumenti. Analizziamo come funziona e in quali scenari può fare la differenza.
L’universo dei titoli di Stato italiani include strumenti che, pur essendo emessi in epoche passate, restano oggetto di interesse. In particolare, questo BTP risulta emesso il 1° novembre 1996 con durata originaria trentennale. Oggi, alla quotazione attorno a 105,23 €, presenta un rendimento netto alla scadenza ben più basso rispetto alla cedola lorda, per via del prezzo sopra la pari e dell’imposta del 12,5 %.

Ciononostante, un elemento distintivo è il credito d’imposta di 0,62 % segnalato da diverse analisi di mercato. In concreto, la cedola netta incassata è circa del 6,03 %. È fondamentale comprendere dunque non solo la cedola, ma anche il prezzo d’acquisto, la tassazione e la condizione per beneficiare del credito d’imposta.
Caratteristiche tecniche del titolo e rendimento teorico
Il BTP in oggetto (ISIN IT0001086567) ha scadenza al 1° novembre 2026 e cedola annua del 7,25 % sul valore nominale di 100 €. A una quotazione di 105,23 €, il rendimento lordo scende in modo significativo. Uno scenario tipico: un investimento di 10.000 € corrisponde a circa 95,0 unità nominali. La cedola lorda annua è quindi 7,25 % su 10.000 €, ovvero circa 725 €. Dopo la tassazione al 12,5 %, la cedola netta risulta circa 635 €. Se si considera il credito d’imposta potenziale di 0,62 %, l’effettivo rendimento netto può salire marginalmente.

Le analisi di Borsa Italiana indicano un rendimento netto alla scadenza pari all’1,09 % per chi acquista oggi a 105,23 €. Da questi dati emerge che, pur con cedola elevata, l’ingresso sopra la pari riduce l’effettivo beneficio economico. Per un investimento più grande, ad esempio 50.000 €, la cedola lorda sarebbe circa 3.625 €, quella netta circa 3.165 €. Ad oggi la duration residua è molto breve (circa 1 anno), quindi le variazioni di prezzo legate ai tassi sono contenute.
Credito d’imposta e scenari pratici di rendimento netto
Il vero valore aggiunto di questo BTP risiede nel credito d’imposta pari a circa 0,62 %, ma attenzione: questo beneficio fiscale si concretizza solo se l’investitore detiene o realizza minusvalenze su altri strumenti finanziari.
Esempi pratici:
- Con un investimento di 10.000 €: cedola lorda circa 725 €, netta circa 635 €. Se l’investitore ha immediatamente minusvalenze per, ad esempio, 1.000 €, il credito d’imposta permette di recuperare circa 62 €, portando la cedola netta effettiva a circa 697 €, ovvero rendimento del 6,97 % sul capitale nominale.
- Con 50.000 € investiti: cedola lorda ~3.625 €, cedola netta ~3.165 €. Con credito pienamente utilizzabile, l’incasso netto può salire a ~3.625 €, beneficiando ~460 € aggiuntivi annui rispetto al netto ordinario.
- Con 100.000 €: cedola lorda ~7.250 €, cedola netta ~6.330 €. Se esistono minusvalenze adeguate, il credito d’imposta porta la cifra netta all’incirca dei 7.250 €, con un aumento di ~920 € annui sul rendimento netto.
Tuttavia, se l’investitore non ha minusvalenze da compensare, il credito rimane inutilizzato e il rendimento netto resta quello base (~6,35 % sul capitale nominale, ma rendimento reale molto inferiore per via della quotazione sopra 100).
In sintesi, questo BTP offre una cedola elevata e un credito d’imposta interessante, ma la convenienza dipende fortemente dalla struttura fiscale del portafoglio dell’investitore.