A volte, i risparmi destinati alla pensione hanno un impatto diretto su bonus, agevolazioni e sconti che potresti richiedere oggi. Non è solo una questione di previdenza, ma anche di attenzione ai dettagli. Perché in mezzo a tante regole e moduli da compilare, un fondo pensione potrebbe cambiare le carte in tavola nel tuo ISEE.
Sembra una formalità, ma in realtà potrebbe fare una grande differenza nella tua vita quotidiana. Non è così scontato sapere cosa va dichiarato e cosa no, e proprio lì si nasconde un dettaglio che pochi conoscono.
Ogni anno milioni di persone si trovano a dover fare i conti con l’ISEE, questo indice che stabilisce se puoi accedere a una mensa scolastica scontata, a una borsa di studio, o magari a un contributo per l’affitto. Per ottenere tutto questo serve presentare la DSU, e in mezzo a saldi bancari, proprietà e redditi, salta fuori il dubbio: il fondo pensione entra nell’ISEE?
La risposta non è sempre la stessa, perché tutto dipende da come è strutturata la tua adesione alla previdenza integrativa. Quello che molti non sanno è che, in alcuni casi, quel capitale non si deve dichiarare. Ma quando si sbaglia, si rischia grosso: da una sanzione alla perdita di agevolazioni importanti.
La previdenza complementare ha una particolarità: si comporta in modo diverso a seconda che tu stia ancora versando oppure che abbia già iniziato a ricevere le prestazioni. Durante la fase di accumulo, finché versi nel fondo ma non puoi ancora ritirare nulla, il capitale non va indicato nell’ISEE. Per l’INPS, quel denaro è “bloccato” e quindi non entra nel patrimonio mobiliare. Questo vale solo se non è possibile riscattarlo prima della pensione o prima di cinque anni.
Ma se cominci a percepire la rendita integrativa, allora sì, le somme ricevute vanno considerate reddito a tutti gli effetti. Vanno indicate nella DSU, nel quadro apposito, e servono anche per il calcolo delle imposte, seppur agevolate. E attenzione: se hai un fondo pensione che può essere ritirato in anticipo senza particolari vincoli, anche se non lo fai, il solo fatto che tu possa farlo lo rende “patrimonio” da dichiarare.
Il riscatto anticipato in casi gravi, come malattie, disoccupazione o invalidità, invece non va nel reddito ISEE, ma viene equiparato al TFR, quindi non influisce. Qui però bisogna affidarsi alle indicazioni dell’INPS e alla tipologia del fondo.
Il consiglio più utile è uno solo: leggi attentamente il contratto del tuo fondo pensione. Solo così puoi capire se va indicato nell’ISEE. Guarda se c’è un vincolo temporale o se puoi riscattarlo liberamente. Questo è il punto chiave che fa tutta la differenza.
Il valore del fondo, se deve essere indicato, si calcola al 31 dicembre del secondo anno precedente alla DSU. E se hai già iniziato a percepire la rendita, dovrai usare il prospetto CU fornito dal gestore. Gli errori nella dichiarazione possono costarti caro, quindi meglio non improvvisare.
Alla fine, il fondo pensione è uno strumento prezioso, ma anche delicato quando entra in gioco l’ISEE.
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