Un’opportunità che passa inosservata può fare la differenza. Quando si parla di rateizzazione Superbonus, si pensa spesso alle vecchie regole. Ma qualcosa è cambiato. Una modifica recente offre più respiro a chi ha investito negli interventi agevolati nel 2023.
Meno pressione fiscale, più tempo per beneficiare delle detrazioni, nessuna sanzione se si agisce in tempo. Tuttavia, non è una scelta automatica: richiede attenzione, precisione e una decisione chiara. Il tempo a disposizione non è infinito. E chi la ignora, rischia di sprecare una chance preziosa.

Chi ha sostenuto spese nel 2023 con l’aspettativa di recuperare velocemente le detrazioni fiscali, si è probabilmente trovato davanti a rate distribuite in quattro anni. Per molti contribuenti, però, questa formula si è rivelata penalizzante. Non tutti riescono a compensare rapidamente, specialmente se l’imposta lorda è bassa o se sono previste flessioni reddituali nei prossimi anni. Ecco perché la nuova possibilità di spalmare la detrazione Superbonus su dieci anni può cambiare le carte in tavola.
Non è una misura retroattiva automatica. Serve un intervento attivo: presentare un modello Redditi 2024 integrativo. Chi ha già trasmesso il 730 o il modello ordinario, dovrà tornare sui propri passi. Ma solo fino al 31 ottobre 2025. Dopo quella data, la finestra si chiuderà definitivamente. Non ci sono proroghe previste. L’opzione è irrevocabile, e in alcuni casi può comportare una lieve maggiorazione d’imposta, da saldare entro il 30 giugno 2025, senza sanzioni né interessi.
Una scelta strategica per sfruttare meglio le detrazioni
Secondo la legge di bilancio 2025, l’estensione della rateizzazione riguarda solo le spese del Superbonus sostenute nel 2023. Chi decide di avvalersene, deve indicare l’opzione nel modello Redditi Pf 2024 integrativo. Si compila il Frontespizio inserendo il codice “1” nella casella “Dichiarazione integrativa”, poi si agisce nel quadro RP. Qui, a seconda del tipo di intervento, cambiano le sezioni da compilare: colonne 8A per la ristrutturazione edilizia, 7A per l’Ecobonus, 5A per le colonnine di ricarica.

Per le società e gli enti soggetti Ires, si utilizza il modello Redditi Sc o Enc. Le istruzioni aggiornate sono già disponibili nella sezione “Modelli dichiarativi 2024” sul sito dell’Agenzia. Anche qui, ogni intervento ha la propria sezione nel quadro RS. Va indicato il valore “10” nella colonna corrispondente per rendere effettiva la nuova ripartizione decennale.
Attenzione al pagamento della maggiore imposta derivante dalla nuova suddivisione: va versata entro il 30 giugno 2025 tramite modello F24. Sono previsti codici tributo specifici, diversi per soggetti Irpef e Ires. Ma la vera posta in gioco è un’altra: adattare la detrazione al proprio profilo fiscale, allungando i tempi per sfruttarla al massimo, senza sprechi.
Il vantaggio non è solo contabile. È una forma di equilibrio, utile soprattutto per chi non riesce a beneficiare pienamente di detrazioni corpose in un arco temporale ristretto. In fondo, non si tratta solo di una formalità, ma di una scelta consapevole che può cambiare l’efficacia di un’intera operazione economica. E se le regole offrono una strada migliore, tanto vale conoscerla.