C’è un modo per investire anche quando tutto sembra sul punto di crollare. Non serve prevedere il futuro né giocare d’azzardo. Basta cambiare prospettiva. Quando i mercati si fanno nervosi, l’istinto suggerisce di fuggire. Ma c’è chi resta fermo, chi osserva, chi sceglie in base a un metodo collaudato.
In questo articolo, esploriamo un approccio che mette al centro la calma, non il panico. E che può ancora dare risposte valide, anche oggi.
Hai mai avuto la sensazione che il mondo finanziario sia diventato troppo instabile per fidarsi? Tra previsioni di recessione, guerre in corso e una volatilità che sembra non dare tregua, è facile sentirsi sopraffatti. Il problema è che spesso si cerca la risposta giusta nel momento sbagliato. Si rincorrono notizie, si reagisce d’impulso. Ma cosa succederebbe se provassimo a cambiare completamente mentalità?
Il libro “A spasso per Wall Street” di Burton Malkiel, uscito per la prima volta nel 1973, suggerisce proprio questo: non tentare di prevedere il mercato, ma abbracciarne l’imprevedibilità. L’idea centrale è che, nel lungo periodo, la strada più sicura non sia battere il mercato, ma camminare con lui, seguendo un percorso razionale, fatto di diversificazione e pazienza. Ed è un’idea che oggi, più che mai, vale la pena rispolverare.
Oggi molti si domandano come investire in mercati agitati, dove l’ombra della recessione si allunga e le tensioni geopolitiche rendono ogni scelta più delicata. Alcune delle più grandi banche d’affari hanno iniziato a rivedere al rialzo la probabilità di una recessione globale nei prossimi 12 mesi: Morgan Stanley la stima al 30%, Goldman Sachs è un po’ più ottimista con il 25%, mentre JPMorgan Chase resta più cauta ma comunque attenta, parlando di un rischio “non trascurabile”.
In Europa, UBS ha espresso maggiore preoccupazione, indicando un 40% di probabilità per un rallentamento marcato nel secondo semestre.
In un contesto del genere, può sembrare che non ci sia un posto sicuro dove mettere i propri soldi. Ma è proprio qui che il pensiero di Malkiel diventa utile. Secondo lui, invece di inseguire il titolo giusto o vendere nel panico, conviene mantenere una strategia coerente nel tempo.
Chi cerca stabilità dovrebbe orientarsi verso fondi indicizzati ben diversificati, magari legati a indici globali. Questi strumenti hanno costi contenuti e replicano l’andamento complessivo del mercato, offrendo un’esposizione bilanciata anche nei momenti di tensione. Non è la promessa di guadagni rapidi, ma una scelta solida. E chi teme la volatilità può valutare anche obbligazioni governative a medio termine o conti deposito.
D’altro canto, sarebbe prudente ridurre l’esposizione su asset troppo rischiosi. Titoli legati a settori geopoliticamente instabili o criptovalute iper-volatili potrebbero accentuare l’ansia dell’investitore medio. Malkiel non invita a evitarli del tutto, ma consiglia di trattarli come una piccola parte, marginale, del portafoglio.
La chiave è restare fedeli a un piano. Anche nei momenti peggiori. Soprattutto nei momenti peggiori. Perché è proprio allora che il mercato mette alla prova la nostra capacità di essere razionali.
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