I rendimenti obbligazionari sono tornati a salire ma le occasioni più convincenti si distinguono per quattro criteri.
Come distinguere gli emittenti di obbligazioni più affidabili?
Performance economica, sistema finanziario, debito, politica fiscale ed equilibrio di bilancio sono come da tradizione i fattori fondamentali per valutare l’affidabilità e la profittabilità sul lungo termine delle obbligazioni. Oltre a questo, c’è un altro fattore che distingue nettamente le obbligazioni in grado di risultare sostenibili sul lungo periodo; i fattori ESG.
Sono gli obbiettivi di impatto ambientale e sociale le variabili destinate a influire sempre di più sulla capacità degli emittenti di operare con continuità e generare rendimenti. I fattori ESG consentono di selezionare gli emittenti più disciplinati in termini di gestione economica, finanziaria e fiscale. Gli aspetti ambientali sociali e di governance, non solo si accompagnano a questi, ma sono spesso intrecciati gli uni agli altri.
Tra gli indici di riferimento su cui investire esiste ad esempio il J.P. Morgan Global Government ESG Liquid Bond Index. Esso punta a replicare la performance dei titoli di Stato internazionali con uno sguardo molto attento all’impegno ambientale, sociale e di governance dei Paesi emittenti. I Paesi vengono classificati in dieci livelli sulla base del punteggio Esg, con la rimozione dall’indice di chi arriva alle ultime cinque posizioni. Attualmente tale indice è esposto a 24 Paesi, tra sviluppati ed emergenti.
Uno dei sistemi di valutazione chiave della qualità degli emittenti legati ai fattori ESG è la valutazione di quattro tipi di capitale che ne formano la ricchezza. Essi sono:
Questi fattori messi in rilievo hanno l’obbiettivo di costruire un portafoglio ottimale in grado di replicare efficientemente le caratteristiche di rischio sulla base di criteri che possono mettere in futuro in crisi il sistema, produttivo, sociale e istituzionale degli emittenti.
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