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Rendimento al 3% e credito d’imposta su acquisto sopra la pari con questo BTP scadenza 2033

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Tra i titoli di Stato italiani più discussi del momento c’è il BTP febbraio 2033 con cedola fissa del 5,75%. Un titolo che continua ad attirare l’attenzione per il suo rendimento e la struttura fiscale, ma anche per le implicazioni legate al credito d’imposta. Con una durata residua di circa otto anni, rappresenta un caso interessante per comprendere come funzionano oggi i rendimenti effettivi e la tassazione sui titoli di Stato.

Negli ultimi mesi, l’attenzione dei risparmiatori si è concentrata sui BTP a medio-lungo termine, in particolare su quelli con cedole elevate come il BTP 1FB33 5,75%. L’emissione, datata 2003, ha una scadenza fissata per il 1° febbraio 2033 e paga due cedole semestrali del 2,875% ciascuna, equivalenti al 5,75% annuo lordo. Secondo i dati di Borsa Italiana, il prezzo medio di negoziazione nelle ultime settimane si aggira intorno ai 117,7 € per 100 € di valore nominale. Questo significa che, pur avendo una cedola elevata, il rendimento effettivo lordo è sensibilmente inferiore, attestandosi intorno al 3,02%.

Rendimento al 3% e credito d’imposta su acquisto sopra la pari con questo BTP scadenza 2033-trading.it

La differenza tra cedola nominale e rendimento effettivo è legata al fatto che il titolo quota ben al di sopra della pari. Chi lo acquista oggi paga un sovrapprezzo rispetto al valore di rimborso alla scadenza, e questo incide sul rendimento finale. La tassazione resta quella agevolata al 12,5%, valida per i titoli di Stato italiani e per quelli di paesi inclusi nella white list. In un contesto di tassi in discesa, questi strumenti continuano ad avere un ruolo centrale per chi cerca stabilità, ma la lettura dei dati fiscali e del credito d’imposta è cruciale per capire la reale convenienza.

Caratteristiche del BTP febbraio 2033 e rendimento effettivo

Il BTP febbraio 2033 è un titolo di Stato a tasso fisso emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e collocato sul mercato MOT. Ogni semestre distribuisce una cedola del 2,875% e alla scadenza rimborsa il valore nominale di 100 €. L’attuale prezzo di mercato, intorno a 117,7 €, implica che chi lo acquista oggi paga un premio di 17,7 € per ogni 100 €. In pratica, il rendimento lordo reale non è del 5,75% ma si riduce al 3,02% circa. Considerando la tassazione del 12,5%, il rendimento netto effettivo scende intorno al 2,6%. Questo perché il guadagno derivante dalle cedole è compensato parzialmente dalla perdita sul capitale dovuta al prezzo sopra la pari.

Caratteristiche del BTP febbraio 2033 e rendimento effettivo-trading.it

Un esempio pratico: se un investitore acquista 10.000 € nominali a 117,7 €, investe 11.770 €. Le cedole annuali saranno di 575 € lorde, cioè 503,13 € nette. Tuttavia, alla scadenza riceverà 10.000 €, subendo una perdita di capitale di 1.770 €. Tale differenza riduce il rendimento complessivo, ma non annulla il vantaggio fiscale delle cedole tassate al 12,5%.

Credito d’imposta e implicazioni fiscali

Un aspetto spesso sottovalutato riguarda il credito d’imposta che può generarsi quando si acquista un BTP sopra la pari. In questo caso, la perdita contabile al rimborso – cioè la differenza tra il prezzo di acquisto (117,7 €) e il valore nominale di rimborso (100 €) – può generare una compensazione fiscale. Come spiegato da Il Sole 24 Ore e da esperti di diritto tributario, l’ammontare di questa perdita può essere utilizzato per compensare eventuali plusvalenze future o altri redditi da capitale, creando appunto un credito d’imposta pari al 12,5% della differenza. In pratica, per ogni 100 € nominali acquistati a 117,7 €, il credito potenziale sarebbe di circa 2,21 €, da utilizzare secondo le modalità previste dalla normativa fiscale. Tuttavia, non si tratta di un rimborso automatico: la compensazione è possibile solo in presenza di altri redditi o plusvalenze della stessa categoria.

Un caso pratico: se un investitore acquista il BTP febbraio 2033 a 117,7 € e lo porta a scadenza, riceverà 10.000 € nominali a fronte di 11.770 € investiti. La perdita di 1.770 € può essere utilizzata per compensare guadagni su altri titoli di Stato o obbligazioni, generando un risparmio fiscale. La durata residua di poco inferiore a otto anni colloca questo titolo tra quelli a rischio medio, con una volatilità inferiore rispetto ai BTP più lunghi ma maggiore rispetto ai titoli a breve scadenza. Il credito d’imposta rappresenta quindi un elemento tecnico che può incidere sulla valutazione del rendimento reale, soprattutto per chi costruisce portafogli diversificati di titoli di Stato. Conoscere il meccanismo fiscale, la relazione tra prezzo e rendimento e il funzionamento delle compensazioni diventa fondamentale per interpretare correttamente i dati e gestire al meglio la propria posizione.

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