Un’accusa pubblica, una risposta minacciosa, un crollo di Borsa. Il nuovo scontro tra Donald Trump ed Elon Musk non è solo una faida tra personalità forti, ma un detonatore per i mercati.
A farne le spese non sono solo le aziende coinvolte, ma anche investitori, fondi globali e persino agenzie governative. Il segnale è forte e chiaro: quando il conflitto tra potere politico e industriale supera certi limiti, le conseguenze possono essere pesanti. E potrebbero non fermarsi qui.
Tutto è partito con un post: Elon Musk si è dimesso dal “Department of Government Efficiency” criticando l’amministrazione Trump per gestione opaca e sprechi. Ma non si è fermato lì. Ha anche insinuato che l’ex presidente stia insabbiando informazioni sensibili legate al caso Epstein. La risposta di Trump è stata rapida e durissima: ventilata la possibilità di bloccare contratti federali a SpaceX e tagliare i sussidi a Tesla.
Nel giro di poche ore, i mercati hanno reagito in modo brutale. Il titolo Tesla ha perso il 14% in una sola seduta, cancellando circa 150 miliardi di dollari di capitalizzazione. È stata una scossa violenta, non solo per l’azienda, ma per l’intero comparto tecnologico. ETF e fondi passivi, fortemente esposti su Tesla, hanno subito effetti a catena. Il Nasdaq-100 è sceso dello 0,8%, l’S&P 500 dello 0,5%. Non numeri da panico, ma segnali chiari di un possibile scivolone più ampio.
Secondo Marko Kolanovic, ex strategist di JPMorgan, questa tensione non va sottovalutata. Se il confronto dovesse continuare o peggiorare, potrebbe diventare uno dei catalizzatori di una correzione dei mercati tra il 5 e il 10%. E non solo per motivi legati a Tesla o a Musk: a preoccupare è la crescente instabilità politica che si riflette direttamente sull’economia reale e sui grandi indici.
Inoltre, Musk ha lanciato un messaggio forte agli investitori parlando di rischio recessione nella seconda metà del 2025, causata dalle politiche economiche restrittive promosse da Trump. La sua influenza, anche solo comunicativa, non è da sottovalutare: se chi guida le aziende più innovative del mondo prevede un rallentamento, i mercati ascoltano.
Ma non finisce qui. Anche sul fronte istituzionale le acque si stanno agitando. NASA e Pentagono, preoccupati dalla possibile instabilità dei rapporti con SpaceX, hanno iniziato a esplorare alternative per garantire la continuità di missioni strategiche. È un segnale concreto che la crisi tra Trump e Musk sta diventando una questione sistemica, che supera il piano personale per toccare sicurezza, finanza e stabilità globale.
A questo punto la vera domanda è: quanto può ancora reggere l’equilibrio tra finanza e potere? Se bastano poche dichiarazioni per far tremare i mercati, forse è il momento di ripensare quanto siamo esposti al conflitto tra figure chiave della politica e dell’innovazione. Per ora, l’unica certezza è che gli investitori hanno acceso i radar. E che ogni nuova parola rischia di far saltare un altro tassello.
Un biglietto in bacheca, qualche riga che parla di “rifacimento facciata” e una data per…
Ogni undici anni qualcosa cambia, ma pochi se ne accorgono. Il Sole si comporta come…
Sai qual è il momento giusto per dare una seconda occhiata ai BTP? Proprio quando…
E se la vera instabilità economica stesse arrivando proprio adesso, mentre tutti parlano di ripresa?…
Cosa può far salire un’azione del 33% secondo gli analisti? E cosa spinge un titolo…
Cosa succede quando vendere la propria parte di eredità diventa più complicato del previsto? E…