Il Governo sta predisponendo un piano per tutelare i futuri pensionati, tra cui riduzione delle penalizzazioni e aumenti degli assegni.
Il Governo ha intenzione di bloccare l’aumento dell’età pensionabile e di incrementare gli importi degli assegni pensionistici. Nella prossima Legge di Bilancio, dunque, potrebbero essere inserite delle importanti novità, previo reperimento delle risorse economiche necessarie.
Innanzitutto, si sta lavorando per impedire l’aumento dell’età pensionabile. A partire dal 2027, infatti, per effetto dell’adeguamento biennale alle aspettative della vita, potrebbero essere necessari 3 mesi in più per uscire definitivamente dal mondo del lavoro. Ma non si tratta dell’unico tema sul quale bisognerà fare chiarezza con la prossima Legge di Bilancio.
Tantissimi contribuenti stanno aspettando le prossime mosse dell’Esecutivo sulla flessibilità in uscita. Al momento, infatti, non si conoscono le sorti di Quota 103 e Opzione Donna, ma le ipotesi più accreditate prevedono una loro abolizione. Tali misure, infatti, sono state inasprite nel corso degli anni e sono state utilizzate solo da una platea molto ristretta di pensionati.
Al loro posto potrebbe essere introdotta Quota 41 flessibile, accessibile con 62 anni di età e 41 di contributi. A differenza degli altri strumenti che consentono la pensione anticipata, non contemplerebbe il ricalcolo interamente contributivo dell’assegno spettante ma una penalizzazione di circa il 2% per ciascun anno di anticipo. Per coloro che hanno un ISEE inferiore a 35 mila euro, inoltre, non sarebbe previsto alcun taglio.
Si sta, inoltre, lavorando per estendere a tutti i lavoratori l’accesso alla pensione anticipata con 64 anni di età e 25 di contribuzione, attualmente riservata solo ai cd. contributivi puri, ossia coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1° gennaio 1996. La misura, tuttavia, richiede anche la maturazione di una pensione pari almeno a 3 volte l’Assegno sociale (oppure a 2,8 volte per le donna con un figlio o a 2,6 volte per quelle con più figli).
Per quanto riguarda l’ammontare delle pensioni, per il 2026 è stato confermato l’incremento straordinario delle prestazioni minime, ma solo di circa il 2,2%. Questo limite, tuttavia, potrebbe essere modificato e attenuato. Contemporaneamente, dovrebbe essere approvata la nuova Riforma fiscale, con una variazione delle aliquote IRPEF.
Nel dettaglio, nel secondo scaglione saranno ricompresi i redditi da 28 mila a 50 mila euro (ma forse il limite sarà innalzato a 60 mila) e l’aliquota applicata verrà ridotta dal 35% al 33%. Grazie alla manovra, ci sarebbe un aumento annuo netto fino a 440 euro (oppure 640 euro, se il tetto reddituale verrà portato a 60 mila euro).
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