Rimborso donatori di sangue: quanti euro sul conto vale e come si chiede

L’INPS spiega come ottenere un rimborso, ma non per i donatori di sangue.

A ricevere un rimborso non sono i  donatori di sangue, ma i datori che hanno subito l’assenza per il gesto. L’INPS tratta la questione con la circolare n. 96 del 26 maggio, riepilogando il quadro normativo di riferimento.

sfondo scambio banconote euro e mani con simbolo sangue
Rimborso donatori di sangue: quanti euro sul conto vale e come si chiede- Trading.it

Giornate/ore di lavoro fruite dai dipendenti donatori di sangue, ma anche per chi poi giudicato inidoneo, non ha potuto donarlo, ma si è assentato dal lavoro.

La circolare ribadisce delle indicazioni già date dall’INPS in altre circolari la n. 25/1981 e la n. 29/2017, fornendone delle altre sulle istruzioni operative del rimborso ai datori.

Il diritto alla giornata o alle ore di riposo e la conseguente retribuzione, spetta a tutti i lavoratori dipendenti, a prescindere dalla categoria e dal loro settore, s’includono anche i lavoratori domestici. Da qui, l’INPS è tenuto a rimborsare il datore per aver adempiuto al pagamento delle retribuzioni corrisposte ai lavoratori dipendenti del settore privato.

Perché al lavoratore idoneo a donare, spetta la retribuzione che corrisponde alle ore non lavorate della giornata di riposo. Quindi a “perderci” sarebbe il datore.

Ma chi è inidoneo? A lui non spetta la retribuzione piena, ma quella limitata al tempo proporzionato all’accertamento della condizione. Quella riferita all’intervallo di tempo necessario agli accertamenti che si calcola con il tempo di permanenza presso il centro trasfusionale, e quello per lo spostamento del lavoratore alla sede di lavoro.

Come ottenere il rimborso per i donatori di sangue, cosa dice la legge italiana

Serve comprendere quali sono i requisiti per ottenere il rimborso per l’assenza dei donatori di sangue, anche distinguendo chi è stato riconosciuto come inidoneo, ma che comunque si è assentato.

persona che dona il sangue
Come ottenere il rimborso per i donatori di sangue, cosa dice la legge italiana- Trading.it

Per la donazione completa il limite di quantitativo minimo che il sangue deve raggiungere affinché ci sia giornata di riposo per il lavoratore e poi rimborso per il datore, è di 250 g. Deve essere certificato e avere il codice fiscale dell’SL/Azienda Ospedaliera o dell’Associazione/Federazione di volontariato presso cui è avvenuta la donazione. Con dati del donatore, giorno e ora del prelievo.

Si considera il prelievo in centri autorizzati, il certificato deve essere redatto dal medico responsabile della selezione del donatore, del servizio, o dell’unità raccolta. Infine, la giornata di riposo e la retribuzione, e anche la gratuità della cessione del sangue, devono figurare nella dichiarazione del donatore come previsto dall’articolo 6 del D.M. 8 aprile 1968.

Chi è inidoneo lo indica l’articolo 1, comma 1, del D.I. 18 novembre 2015 elencandone i casi. Per motivi sanitari, per mancata decorrenza dei tempi di sospensione tra le donazioni, o perché è stato determinato in relazione alla programmazione dei bisogni trasfusionali.

A livello contributivo, il lavoratore è coperto ai sensi dell’art. 40 della legge n. 183 del 4 novembre 2010. L’importo nei casi di anticipo e conguaglio è determinato dal datore in relazione agli elementi retributivi ricorrenti e continuativi. Deve essere valorizzato nel flusso Uniemens secondo i paragrafi 3.1 e 3.3 della circolare e con riferimento ai dipendenti di datori privati con dipendenti iscritti alla Gestione pubblica secondo quanto posto al paragrafo 3.2, della circolare n. 37/2023.

Gestione cookie