Accendere i termosifoni senza rischiare sanzioni richiede attenzione a regole, orari e temperature massime fissate per legge. Le date cambiano in base alla zona climatica e le multe possono arrivare a 3.000 €. È fondamentale sapere quando avviare l’impianto per non sprecare e non violare le norme.
Con l’arrivo dei primi freddi, la domanda su quando sia possibile accendere il riscaldamento diventa centrale per milioni di famiglie. La risposta, però, non è univoca e dipende da un quadro normativo preciso, pensato per conciliare il comfort domestico con il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale. Ignorare queste regole può costare caro: le sanzioni previste per chi non rispetta i limiti sono severe.

La normativa italiana suddivide il territorio in diverse zone climatiche, ognuna con un calendario specifico per l’avvio dei termosifoni. A queste si aggiungono limiti precisi sulla temperatura interna e sulle ore massime di accensione giornaliera. Conoscere queste disposizioni, che distinguono tra impianti autonomi e centralizzati, è il primo passo per ottimizzare i consumi in bolletta ed evitare spiacevoli sorprese.
Date, orari e temperature: le regole per zona climatica
La normativa di riferimento, il DPR 412/1993 e successive modifiche, suddivide l’Italia in sei zone climatiche, dalla A (la più calda) alla F (la più fredda). Per ognuna sono stabiliti un periodo di accensione e un limite massimo di ore giornaliere. Ad esempio, la Zona E (che include grandi città come Milano e Torino) può accendere i termosifoni dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore al giorno, mentre la Zona C (come Bari e Napoli) va dal 15 novembre al 31 marzo per 10 ore. Un’eccezione è la Zona F (comuni alpini), che non ha limitazioni. La temperatura massima consentita negli ambienti domestici è di 19 °C, con una tolleranza di 2 °C.

È fondamentale, come indicato da fonti come ENEA, verificare sempre le ordinanze comunali: il Sindaco può infatti anticipare o posticipare le date di accensione in base a condizioni climatiche eccezionali. Il mancato rispetto di queste regole, come riportato da associazioni dei consumatori come Assoutenti, può comportare sanzioni amministrative che possono arrivare fino a 3.000 €.
Efficienza e manutenzione: come risparmiare ed evitare altre multe
Oltre al rispetto di date e orari, la legge impone obblighi legati alla sicurezza e all’efficienza dell’impianto. La manutenzione della caldaia è un adempimento obbligatorio, la cui periodicità è definita dalle normative regionali e che include il controllo dei fumi (“bollino”). La sua omissione comporta sanzioni distinte e rischi per la sicurezza. Per ottimizzare i consumi, l’ENEA consiglia pratiche efficaci: l’installazione di valvole termostatiche, che possono ridurre i costi fino al 20%, l’uso di cronotermostati per programmare l’accensione solo quando necessario e non coprire i termosifoni con tende o mobili.
Anche piccoli gesti, come chiudere persiane e tapparelle durante la notte, contribuiscono a limitare le dispersioni. L’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) invita inoltre i consumatori a utilizzare strumenti come il Portale Consumi per monitorare le proprie abitudini e avere maggiore consapevolezza della spesa. Un impianto efficiente e ben manutenuto, unito al rispetto delle regole, è la combinazione migliore per riscaldare la casa in modo intelligente e sicuro.