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Economia e Finanza

Riscatto contributi: tutti i casi in cui è possibile, anche senza copertura previdenziale

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È possibile effettuare il riscatto contributi anche dei periodi in cui non si è provvidenzialmente coperti dai versamenti. Scopriamo quando è possibile.

Secondo quanto stabilito dalla legge, i lavoratori hanno la possibilità di riscattare alcuni periodi della loro vita in cui non era prevista copertura previdenziale. Ci stiamo riferendo dunque a quei periodi che risultano scoperti, ma per i quali è possibile effettuare il riscatto a titolo oneroso.

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Può capitare durante la propria vita di svolgere attività che non prevedono la copertura previdenziale, ma che possono essere riscattati tramite il pagamento degli stessi godendo di un’agevolazione fiscale.

C’è un’importante differenza tra i contributi riscattati e quelli versati volontariamente. Generalmente queste due categorie di contributi sono complementari e vengono versati come differenza della prosecuzione volontaria dell’assicurazione.

Il riscatto dei contributi può essere effettuato in qualsiasi momento e, come spesso accade, può avvenire anche a distanza di molto tempo.

Grazie a questo sistema il lavoratore ha la possibilità di coprire a proprie spese alcuni periodi, così come espressamente indicato dalla legge.

Riscatto contributi: di cosa si tratta

Il riscatto contributi è una possibilità che viene concessa al lavoratore. Tramite quest’opzione è possibile effettuare versamenti per periodi coperti da contribuzione. In sostanza, la legge individua alcune attività scoperte da contribuzione per le quali lavoratore ha la possibilità di effettuare il riscatto a titolo oneroso, ovvero pagando di tasca propria.

Questa tipologia di contributi ha la medesima validità ed efficacia dei contributi obbligatori e, dunque, concorre alla formazione del montante contributivo e al calcolo dell’assegno di pensionamento.

Secondo l’ordinamento giuridico italiano il lavoratore ha la possibilità di riscattare sia i periodi per i quali vi è stata l’omissione di versamenti contributivi sia quelli per i quali è già intervenuta la prescrizione di legge. Il riscatto è ammesso anche per i periodi per i quali non è previsto un obbligo contributivo.

In ogni caso, il lavoratore può procedere con il riscatto contributivo per i periodi espressamente indicati dalla legge. Ci stiamo riferendo a tutti quei periodi per i quali non sussiste l’obbligo assicurativo come:

  • Anni universitari
  • Lavoro svolto all’estero
  • Periodi in cui non si è lavorato
  • Periodi di servizio civile
  • Congedo parentale
  • Lavori socialmente utili
  • Congedi per gravi motivi familiari.

Come avviene il riscatto?

Il riscatto dei contributi avviene sempre a titolo oneroso. Dunque, è compito del lavoratore farsi carico economicamente del versamento dei contributi. Il calcolo può avvenire utilizzando il sistema retributivo o quello contributivo: in base al periodo che s’intende riscattare.

In ogni caso la legge stabilisce tre diverse situazioni in cui è possibile riscattare i contributi:

  • In caso di omissione contributiva, per la quale è già intervenuta la prescrizione di legge;
  • Se non era previsto l’obbligo di versamento contributivo, ad esempio durante un periodo di studi;
  • Periodi per i quali sono stati introdotte delle particolari disposizioni dal legislatore.

In tutti questi casi, il lavoratore ha la facoltà di riscattare i contributi dopo aver fatto espressamente domanda all’INPS. La possibilità è concessa a tutti lavoratori iscritti all’A.G.O., ai lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali, ai parasubordinati iscritti alla gestione separata e ai lavoratori iscritti ai fondi speciali gestiti dall’istituto previdenziale.

Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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