I pensionati potranno portare i propri risparmi all’estero, tale possibilità si è semplificata molto. Scopriamo insieme quali sono le motivazioni.
Da oggi, grazie all’arrivo dei PEPP, i pensionati potranno portare all’estero i propri risparmi in modo molto più semplice. I PEPP, ossia i Pan-European Personal Pension product sono la nuova frontiera dei prodotti di previdenza privata individuale. Dunque, questa novità agevolerà tutti quei pensionati che, dopo la fine della vita lavorativa, decidono di trasferirsi all’estero.
Scopriamo insieme nel dettaglio cosa sono i PEPP, come funzionano e per quale ragione è diventato più facile per i pensionati portare i propri risparmi all’estero.
I PEPP rientrano nei piani di previdenza individuale all’interno di un vasto e ambizioso progetto. Grazie a tale strumento, dunque, per i pensionati italiani diventerà molto più facile portare i propri risparmi all’estero. Sponsorizzati e fortemente voluti dalla Commissione Europea. infatti, essi sono un prodotto pensionistico pensato per offrire un’unica soluzione previdenziale per i lavoratori che sono costretti a suddividere la loro carriera fra diversi Stati europei.
I PEPP possono essere offerti da banche, compagnie assicurative, imprese d’investimento, gestori di patrimoni fondi pensioni aziendali e professionali. L’obiettivo, dunque, è quello di poter commercializzare i PEPP in tutti e 28 i Paesi Membri, tramite l’attribuzione di una sorta di passaporto europeo.
Per quanto riguarda l’Italia, invece, il nostro Paese ha recepito il Regolamento UE 2019/1238 sui PEPP: è stato già programmato uno schema di decreto da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. In questo modo, anche nel nostro Paese la possibilità di portare all’estero i propri risparmi dopo la pensione è diventata molto più semplice.
Uno dei nodi che l’Italia deve ancora risolvere circa la portabilità dei PEPP riguarda, senza dubbio, la fiscalità. Inoltre, ulteriore regolamentazione deve essere approvata circa il possibile conferimento o meno del trattamento di fine rapporto. Per quanto riguarda questo ultimo punto, infatti, sembra essere quello di stabilire l’impossibilità di conferire il Tfr nei PEPP.
Ad oggi, l’obiettivo di una piena adesione alla previdenza complementare resta ancora lontano: solo i lavoratori della Germania hanno dato un’adesione del 90%.
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