Non è mai troppo tardi per riscattare il proprio futuro pensionistico: aderire a un Fondo Pensione in un momento successivo alla prima assunzione è possibile e nasconde vantaggi fiscali che possono valere migliaia di euro. Dalle Anticipazioni per la casa alla RITA, ogni percorso di accesso anticipato ha regole e requisiti precisi, e ignorare queste opportunità significa lasciare denaro sul tavolo e compromettere la serenità finanziaria.
La scelta di destinare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) alla Previdenza Complementare è spesso rinviata, alimentando dubbi tra i lavoratori sulla convenienza di lasciare le somme in azienda o investire in un fondo pensione. Molti, come osservato anche da InformazioneOggi.it, optano inizialmente per mantenere il TFR in azienda, ritenendola la soluzione più sicura. Tuttavia, questa scelta è reversibile, e l’adesione successiva a un fondo negoziale o aperto è un’opportunità che non scade. Se da un lato il TFR in azienda offre rendimenti meno competitivi e sconta una tassazione più alta, dall’altro l’adesione successiva a un fondo pensione garantisce non solo un risparmio potenziale maggiore, ma anche benefici fiscali immediati.

La COVIP (Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione) ricorda che è possibile dedurre dal reddito complessivo i contributi versati al fondo pensione fino al limite annuo di 5.164,57 €. Conoscere le tempistiche di adesione e le procedure di accesso al capitale accumulato è fondamentale per pianificare con accuratezza il proprio orizzonte di pensionamento, specialmente in un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Requisiti e Tassazione delle Anticipazioni di Capitale
Uno dei principali motivi di preoccupazione per chi aderisce alla previdenza complementare è la presunta indisponibilità del capitale accantonato. In realtà, la normativa italiana prevede diverse vie per accedere ai fondi prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia, note come Anticipazioni. Queste prestazioni straordinarie consentono di ritirare una parte della propria posizione individuale per far fronte a specifiche esigenze finanziarie. Secondo le direttive della COVIP e quanto dettagliato da Pensplan Centrum, l’anticipazione può essere richiesta fino al 75% della posizione per sostenere spese sanitarie gravi e documentate (senza alcun vincolo di anzianità di iscrizione). Per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa (per sé o per i figli), l’importo massimo rimane il 75%, ma la richiesta è subordinata ad almeno otto anni di partecipazione al fondo.

Infine, per far fronte a ulteriori esigenze non documentate, è possibile ritirare fino al 30% della posizione, anche in questo caso dopo otto anni di iscrizione. La fiscalità di queste somme è un elemento cruciale: mentre le anticipazioni per spese sanitarie e prima casa godono generalmente di aliquote agevolate (tra il 15% e il 9%), per quelle per ulteriori esigenze l’aliquota sale al 23%, come specificato da Mefop Spa in riferimento a casi particolari come l’acquisto di immobile all’estero.
La RITA: Un Ponte Finanziario Verso la Pensione
Un’ulteriore e più strategica forma di accesso anticipato è la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), che permette di trasformare parte del montante accumulato in rate periodiche. La RITA funge da sostegno finanziario nei periodi che precedono il pensionamento di vecchiaia. Esistono due scenari principali di accesso, entrambi basati su almeno cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare, come confermato dalla COVIP e First Cisl. Il primo caso si applica a chi ha cessato l’attività lavorativa e a cui mancano meno di cinque anni all’età di pensione di vecchiaia (con almeno 20 anni di contribuzione obbligatoria). Il secondo caso è dedicato ai lavoratori che hanno cessato l’attività e si trovano in inoccupazione da oltre 24 mesi: in questa situazione, il periodo massimo di anticipo si estende a dieci anni dal requisito della pensione di vecchiaia.
Il regime fiscale della RITA è particolarmente vantaggioso, con un’aliquota agevolata del 15% che si riduce ulteriormente dello 0,30% per ogni anno di partecipazione che eccede il quindicesimo, partendo dalla data di inizio versamenti (dati forniti da Previdenza Cooperativa). Questa flessibilità e l’aliquota favorevole rendono la RITA uno strumento eccellente per la pianificazione del passaggio tra la vita lavorativa e il pensionamento.