Hai rinunciato all’assegno di mantenimento dopo la separazione? Potresti pensare che questa scelta ti chiuda la porta a ogni forma di aiuto. Ma ecco la verità: in certe condizioni, non tutto è perduto.
Anche senza soldi dall’ex, potresti avere comunque diritto a un sostegno importante. E se pensavi che l’INPS potesse voltarti le spalle per una tua scelta passata, c’è qualcosa che devi sapere.

Capita più spesso di quanto si immagini. Una separazione, un divorzio, la voglia di chiudere una relazione senza trascinare tutto in tribunale. Così, molte persone scelgono di non chiedere nulla all’ex coniuge: niente assegno di mantenimento, niente soldi. Una decisione presa per mille motivi, spesso emotivi, a volte pratici. Poi passa il tempo, il lavoro cala o scompare, il reddito non basta più e si inizia a guardare alle misure pubbliche. Ma la domanda che in tanti si fanno è semplice e diretta: si può ottenere l’assegno sociale INPS anche se non si è mai chiesto il mantenimento all’ex?
Assegno sociale: conta il bisogno, non il passato
L’assegno sociale è un sussidio che spetta a chi ha più di 67 anni e si trova in reale difficoltà economica. Non è una pensione vera e propria, ma una misura assistenziale pensata per chi ha un reddito molto basso. Ad esempio, nel 2025 il limite è di circa 7.002,97 euro l’anno per chi vive da solo. Fin qui, tutto chiaro. Ma cosa succede se il richiedente aveva la possibilità di ottenere il mantenimento dall’ex e ha scelto di non farlo?

Per anni l’INPS ha interpretato questa rinuncia come un segnale che la persona non si trovasse davvero in stato di bisogno. Come se, potendo contare su un aiuto privato, scegliere lo Stato significasse voler “saltare la fila”. Ma questa lettura è stata bocciata dalla Corte di Cassazione, con diverse sentenze recenti (ad esempio la n. 26287 del 11 settembre 2023).
Secondo i giudici, l’unico vero parametro da guardare è la situazione economica attuale, non quello che avrebbe potuto essere. Non importa se il richiedente ha deciso, per sua scelta, di non chiedere nulla all’ex coniuge. Quella rinuncia non può pesare come una colpa né come un ostacolo per ottenere il sussidio INPS.
La legge che regola l’assegno sociale, la n. 335 del 1995, è chiara: ciò che conta è solo lo stato di bisogno concreto, misurato sul reddito effettivo. Nessuno può essere escluso solo perché, nel passato, ha deciso di non coinvolgere il proprio ex nei suoi problemi economici.
E allora, forse, la vera domanda da farsi non è se si ha diritto al sussidio, ma se si è pronti a riconoscere e far valere quel diritto. Anche se per farlo bisogna guardare in faccia scelte che, allora, sembravano giuste ma oggi fanno un po’ male.