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Se ti offendono sui social adesso scatta il forte risarcimento: come avere subito la cifra

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Non devi incassare gli insulti sui social: da quest’anno la legge ha aumentato i risarcimenti, come farsi rispettare anche dietro uno schermo 

I social network hanno evidentemente trasformato il modo in cui comunichiamo, offrendoci piattaforme per connetterci, esprimerci e condividere idee, in una dimensione digitale, che ci unisce oltre la distanza geografica. Così come hanno semplificato le nostre comunicazioni, dall’altra parte, hanno anche amplificato alcuni tratti negativi dell’essere umano, che vengono fuori con l’ausilio della protezione dello schermo.

Se ti offendono sui social adesso scatta il forte risarcimento: come avere subito la cifra -trading.it

Ciò significa che l’essere umano, per sua natura, tende ad amplificare i suoi lati bui e più cattivi, quando è ‘distante’ dalla sua vittima. In questo senso, si tende a parlare alle spalle e si ha meno coraggio di dire cosa si pensa di fronte al soggetto.

La stessa dinamica accade online: la maggior parte dei commenti d’offesa senza limiti che si possono leggere sotto i post di persone famose e non, non avrebbero mai spazio nelle relazioni di persona, o comunque sarebbero in una quantità inferiore. Tuttavia, questo spazio virtuale, sebbene ricco di opportunità, ha anche amplificato questa dinamica inquietante: la diffusione dell’odio è ormai così semplice che miete sempre più vittime. Questo fenomeno, noto come “disinibizione online”, si basa su un’illusione di anonimato che riduce l’empatia e alimenta comportamenti aggressivi.

Dal punto di vista psicologico, la distanza fisica e l’assenza di un confronto diretto spingono gli individui a percepire il loro interlocutore come se fosse ‘meno umano’, in un certo sento un’entità astratta, dimenticando che dietro un profilo c’è una persona reale, con emozioni e vulnerabilità. Questo porta a un aumento delle offese gratuite, delle critiche distruttive e, nei casi più gravi, del vero e proprio cyberbullismo. Gli effetti sono devastanti, sia per chi subisce queste aggressioni, sia per la qualità del dialogo online. Le vittime di insulti sui social possono infatti soffrire di ansia, depressione e perdita di autostima. Ma c’è una luce in fondo al tunnel: la legge riconosce il diritto di tutelarsi da questi attacchi e garantisce strumenti concreti per contrastarli.

Come riconoscere un’offesa punibile sui social e tutelarsi

Non tutti i commenti negativi possono essere considerati diffamazione, certo. Per ottenere un risarcimento è necessario che il contenuto offensivo abbia alcune caratteristiche precise. L’insulto deve essere specifico, non una semplice opinione, deve ledere la persona, inoltre deve essere un commento pubblico che quindi può essere considerabile anche come diffamazione.

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In quanto tale, deve danneggiare la reputazione personale o professionale della vittima. Denunciando l’offesa, è sempre fondamentale fornire le prove che attestino che il messaggio ricevuto abbia questi requisiti. Nel caso in cui venga riconosciuta l’offesa, si potrà avviare una causa civile per richiedere il risarcimento economico.

I risarcimenti possono variare da qualche migliaio di euro fino a somme ben più consistenti, in base alla gravità del danno. Recentemente, alcune sentenze hanno riconosciuto cifre rilevanti a favore delle vittime: in questo modo non solo si risarcisce la vittima che ha subito il bullismo, ma è anche un deterrente per questa pratica che fa dilagare l’odio online.

Claudia Manildo

Giornalista pubblicista e content editor, sono laureata all'Università di Siena in Comunicazione e all'Università di Parma in Giornalismo e Cultura Editoriale. Scrivere, oltre che un lavoro, è una missione quotidiana. Sono editor e correttore bozze freelance e nel tempo libero recensisco libri. Appassionata di sociologia e di interazione uomo-macchina, nel 2022 ho pubblicato il mio primo saggio per deComporre Edizioni.

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