Ci sono ferite che non si vedono, ma lasciano segni profondi. A volte, non è il silenzio a pesare, ma gesti e comportamenti che scalfiscono la fiducia fino a cancellarla. Quando un legame si spezza in modo umiliante, il dolore non resta confinato al cuore: invade la vita quotidiana, intacca l’immagine e la dignità. E capita che queste ferite private diventino questioni pubbliche, tanto da varcare la soglia di un’aula di tribunale.
Non si tratta solo di rancore: c’è di mezzo un principio di giustizia, il riconoscimento di un torto che non può essere ignorato. Alcuni fatti, per la loro gravità, superano la semplice sofferenza per una storia finita e diventano illeciti veri e propri. Ed è in questi casi che si pone una domanda inevitabile: fino a che punto la legge può dare un valore concreto a un dolore così personale?

Ci sono situazioni in cui la vita privata perde i suoi confini. Un gesto plateale, compiuto davanti a chi condivide spazi professionali e sociali, può amplificare la ferita emotiva e trasformarla in un danno reale.
Nel caso che ha attirato l’attenzione, la relazione extraconiugale si è consumata all’interno dell’attività lavorativa di coppia, moltiplicando l’umiliazione. La scuola di danza, fondata insieme, è diventata lo scenario di un tradimento reiterato e visibile. Quando un simile comportamento si ripete e diventa pubblico, non è più solo questione di sentimenti infranti, ma di lesione di diritti fondamentali, come l’onore e la reputazione.
Quando l’infedeltà diventa illecito risarcibile
L’infedeltà coniugale, di per sé, non basta per ottenere un risarcimento. Lo prevede l’articolo 2059 del Codice Civile: serve una lesione concreta di diritti come la salute, l’onore o la reputazione. Il Tribunale di Treviso, con la sentenza n. 201/2025, ha stabilito che quando il tradimento è pubblico e umiliante, il dolore oltrepassa la soglia della tollerabilità, trasformandosi in illecito civile. Chi subisce deve provare non solo l’infedeltà, ma anche il danno conseguente, documentando peggioramenti della salute o perdita di credibilità sociale e professionale.

Esiste però la possibilità della prova presuntiva: se le modalità del tradimento sono particolarmente gravi e visibili, il giudice può dedurre il danno senza ulteriori dimostrazioni.
Come viene calcolato il risarcimento
Il tribunale ha rifiutato l’uso di tabelle standard come le “Tabelle di Milano”, poiché il danno da tradimento ha caratteristiche proprie. Dolore per la perdita di un familiare o danno da diffamazione non sono paragonabili: ogni caso richiede una valutazione autonoma.
Questo metodo consente di arrivare a un importo che rifletta davvero la gravità del torto, evitando sia sottovalutazioni sia eccessi.