Un matrimonio può cambiarti la vita… e svuotarti il conto. Non sempre serve una firma per ritrovarsi con metà della casa a rischio. Basta essere sposati nel modo “sbagliato” e un debito contratto da uno solo può colpire entrambi.
Le conseguenze non sono solo economiche, ma emotive e spesso inaspettate. Nessuno pensa ai creditori quando indossa l’abito bianco, ma forse dovrebbe. Perché quando l’amore traballa, il conto arriva comunque. E non sempre si divide in due.

Molte persone credono che basti “non sapere” o “non aver firmato” per restare fuori dai guai, ma quando si parla di debiti del coniuge, non è così semplice. Il matrimonio, oltre all’unione affettiva, è anche un contratto legale. E le leggi italiane non sono sempre indulgenti. La distinzione tra comunione dei beni e separazione dei beni può fare la differenza tra salvare i propri risparmi o vederseli pignorare.
Nel regime di comunione, i beni acquistati dopo il matrimonio diventano proprietà comune. E spesso anche i debiti matrimoniali. Se un coniuge sottoscrive un finanziamento per spese familiari – come la scuola dei figli o la ristrutturazione della casa – l’altro rischia comunque, anche senza aver firmato. Lo prevede la legge. Si parla di “bisogni della famiglia” e si presume che siano interessi comuni.
Nel caso di separazione dei beni, ogni coniuge è responsabile solo dei propri debiti. Ma attenzione: se si firma un mutuo insieme, oppure una garanzia come una fideiussione, la responsabilità è condivisa a prescindere dal regime scelto. In pratica, ognuno può essere chiamato a pagare tutto. Sottovalutare questo aspetto può portare a grosse difficoltà economiche.
Quando la separazione non spezza i debiti
Separarsi o divorziare non cancella i debiti contratti durante il matrimonio. Se erano stati firmati da entrambi o ricadevano sulla comunione, restano validi anche dopo. La banca o il creditore può continuare a chiedere il pagamento a entrambi i coniugi. Nemmeno l’assegnazione della casa o un accordo privato li rende nulli verso i terzi.

Chi continua a pagare da solo può chiedere il rimborso all’ex partner per la parte di sua competenza, ma è un processo lungo e non sempre facile. È anche importante sapere che molte spese fatte durante il matrimonio non sono “recuperabili” dopo la separazione. Si presume che siano state fatte per dovere e non con l’intenzione di chiedere un rimborso.
Esistono però casi particolari. Ad esempio, se un coniuge contrae un debito personale ma i suoi beni non bastano a coprirlo, il creditore può, in certe condizioni, agire anche sui beni comuni. E se questi non bastano, può chiedere fino al 50% anche dei beni personali dell’altro coniuge. La legge prevede quindi una responsabilità “indiretta” che può colpire anche chi non ha colpa.
Chi vuole tutelarsi, può scegliere fin dall’inizio la separazione dei beni. O convertirla in seguito tramite atto notarile. È l’unico modo davvero efficace per limitare i rischi. Altrimenti, si rischia di pagare per errori altrui.