Dalla sentenza innovativa si evince come per la separazione cambia tutto: situazione inedita, ecco come affrontarla.
Non sempre il cane viene preso in considerazione davanti una separazione, e questo comporta compiere un grossissimo errore. In realtà, con gli ultimi aggiornamenti, cambia tutto. In primis, si stabilisce una valorizzazione del suo ruolo a livello familiare, e di conseguenza subentra una maggiore tutela delle situazioni complesse.
Quando una coppia si separa, come si fa con i figli che desiderano vedere il proprio animale domestico? Soprattutto con chi va? A chiarire la questione è stata una sentenza innovativa del Tribunale di Fermo, la n. 223 del 10 dicembre 2024, la quale ha introdotto importanti novità in materia, le quali riguardano la ripartizione dell’assegno unico per i figli e il diritto di visita degli animali domestici.
Si parla di un assegno unico quasi su “misura”, contrariamente a quanto ha definito la prassi comune con una divisione al 50% in caso di affido condiviso. Il giudice ha stabilito una ripartizione personalizzata dell’assegno unico. Si definisce un terzo a un genitore e i restanti due terzi all’altro.
Tale decisione ha il fine di bilanciare in maniera maggiormente equa il reale contributo economico di ciascun genitore al mantenimento dei figli, dimostrando a sua volta il potere giuridico di discostarsi dagli schemi standardizzati dell’INPS. La ragione è la seguente.
Il fatto di articolare un assegno unico “su misura” significa far venire meno schemi standardizzati che non riescono a soddisfare le esigenze delle famiglie, per cui si cerca di concretizzare un modello più flessibile. L’obiettivo è adattarsi a esigenze specifiche dal punto di vista sia economico, che per la cura del minore.
Nella sentenza però si aggiorna fortemente la giurisprudenza, poiché si supera la concezione del cane come “mero bene”, legandolo ad un concetto di essere senziente legato ad entrambi i coniugi. Da qui, il giudice ha affidato il cane a uno dei genitori, ed ha al tempo stesso statuito un vero e proprio diritto di visita per l’altra coniuge, il quale potrà prenderlo e tenerlo con sé alcune ore di ogni giorno.
Una decisione rivoluzionaria, la quale si inserisce nel filone giuridico crescente che tutela il rapporto affettivo con gli animali domestici, anche dopo la separazione.
È un adattamento del diritto di famiglia alle dinamiche sociali moderni, le quali riconoscono che la giustizia sostanziale, può richiedere soluzioni personalizzate. Inoltre, si ponderano i reali pesi economici dei genitori per una ripartizione più equa dell’assegno unico.
Infine, si eleva, come già detto, lo status degli animali domestici. Non sono “beni”, ma “membri della famiglia a tutti gli effetti”, e per questo devono essere considerati tali e con tanto di tutela. Tale segnale di giustizia, è attento agli affetti e alla vita reale delle persone, non è mera burocrazia.
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