Separazione dei beni: ecco perché potresti comunque ricevere la pensione di reversibilità

Ti sei mai chiesto se firmare per la separazione dei beni possa toglierti dei diritti, soprattutto quelli più importanti? Molti pensano che, senza la comunione dei beni, il coniuge rimasto in vita non abbia diritto alla pensione di reversibilità.

Ma è davvero così? A volte, dietro una scelta puramente economica, si nascondono conseguenze molto più personali. Soprattutto quando si tratta di perdere qualcuno e capire cosa resta, anche a livello legale.

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Due persone si sposano, decidono di tenere separati i patrimoni: ognuno compra, vende, investe per conto suo. Tutto chiaro finché la vita segue il suo corso. Ma se uno dei due muore, cosa succede all’altro? È ancora tutelato, anche senza beni in comune?
Il dubbio è più che lecito e riguarda tanti, anche chi ha convissuto per decenni con il partner. La preoccupazione è semplice: “Con la separazione dei beni ho perso anche il diritto alla pensione di reversibilità?” La risposta sorprende molti, perché non è affatto legata ai soldi, ma al legame coniugale. E la legge, su questo punto, è molto più umana di quanto si creda.

La separazione dei beni non esclude il diritto alla reversibilità

Partiamo da un principio chiaro: la pensione di reversibilità spetta anche se si è scelto il regime di separazione dei beni. La legge italiana tutela il vincolo del matrimonio, non la condivisione economica tra i coniugi. Quindi sì, anche se durante la vita matrimoniale ognuno gestiva il proprio denaro, il coniuge superstite ha diritto alla pensione ai superstiti.

Salvadanaio e calcolatrice
La separazione dei beni non esclude il diritto alla reversibilità-trading.it

Questo vale anche in caso di separazione legale (purché non con addebito) o addirittura se il coniuge superstite rinuncia all’eredità. L’assegno di reversibilità non fa parte dei beni ereditari, ma è una prestazione a sé, garantita dall’INPS per sostenere chi resta. La legge 903 del 1965, all’articolo 22, è chiarissima: la pensione spetta al coniuge superstite, senza alcun riferimento al regime patrimoniale.

Anche i giudici lo hanno ribadito più volte: la separazione dei beni non influisce su questo diritto. Non serve aver condiviso conti o proprietà. Serve solo aver condiviso un matrimonio riconosciuto.

Requisiti per ricevere la pensione, con o senza beni in comune

Affinché il diritto sia riconosciuto, occorre essere ancora sposati al momento del decesso. Se c’era una separazione, non deve esserci stato addebito. Se c’è stato un divorzio, le condizioni cambiano.
Serve poi che il defunto abbia maturato i contributi necessari per la pensione. Tutto qui. Non servono comproprietà o conti in comune.

Il legame matrimoniale, anche se economicamente autonomo, continua ad avere un peso sociale e giuridico. Perché quando perdi una persona, non perdi per forza anche i tuoi diritti. E forse questa è una delle forme più sottili, ma importanti, di tutela.

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