Shock buoni fruttiferi postali: rappresentano uno gli strumenti di risparmio più amati dagli italiani, ma per alcuni di essi ci sono brutte notizie in arrivo.
Poste Italiane mette in circolazione ben 7 tipi di buoni fruttiferi postali: 3×4, 4×4, 5×5, i buoni ordinari, 4 anni RisparmioSemplice, quelli dedicati ai minori e obiettivo 65.
I buoni fruttiferi postali sono uno degli investimenti emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato Italiano. Si tratta di prodotti di investimento messi sul mercato da Poste Italiane e si caratterizzano per l’assenza di costi per la sottoscrizione e per il rimborso, fatta eccezione per gli oneri fiscali.
I buoni fruttiferi di Poste Italiane sono uno strumento di gestione del piccolo risparmio, che ha sempre destato molto interesse nei risparmiatori italiani.
I buoni fruttiferi postali sono una forma di investimento particolarmente apprezzata dagli italiani, soprattutto in tempi di incertezza. Essi rappresentano il piccolo gruzzoletto da mettere al sicuro e sul quale sperare che maturino degli interessi.
Nella maggior parte dei casi questo strumento di investimento viene intestato ai propri figli e nipoti.
Buoni fruttiferi postali sono presenti in belle 7 tipologie diverse, tra cui:
Uno dei motivi per cui buoni fruttiferi postali sono così apprezzati dai risparmiatori italiani è la certezza della restituzione del capitale a scadenza.
Come abbiamo visto, la scadenza cambia in base al tipo di buono sottoscritto. Nel caso in cui il titolare del buono non dovesse ricordare qual è la data della scadenza è possibile controllare tramite una serie di codici numerici o recandosi direttamente presso uno degli sportelli di Poste Italiane.
In caso di dubbi è bene verificare la scadenza del proprio buono fruttifero postale per evitare spiacevoli sorprese. Proprio in questo periodo alcuni buoni fruttiferi postali sono al centro dell’attenzione di risparmiatori di Venezia, Verona, Treviso e Vicenza.
Pare infatti che alcuni risparmiatori con buoni fruttiferi a 20 anni siano andati a ritirare il proprio investimento e si siano sentiti dire che in realtà il buono fruttifero in questione aveva una scadenza di 7 anni.
Essendo passati oltre 10 anni rispetto alla scadenza prevista, il diritto di credito è andato in prescrizione secondo quanto stabilito dal Codice Civile.
Possiamo immaginare lo shock di questi risparmiatori che ovviamente ora ricorreranno per vie legali nella speranza di far valere le proprie ragioni.
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