L’inflazione è arrivata come un effetto previsto degli aiuti globali auspicati dai governi del mondo. Oggi che è diventato quell’incubo per mesi scongiurato come transitorio, le aziende rispondono con la shrinkflation.
Il fenomeno si riferisce è la riduzione delle dimensioni di un prodotto in risposta all’aumento dei costi di produzione o alla concorrenza sul mercato.
Piuttosto che aumentare il prezzo di un prodotto, l’azienda cerca di rimanere competitiva associando un prodotto simile già conosciuto, a una qualità inferiore.
Il termine inglese indica quindi un fenomeno piuttosto subdolo in grado di ingannare il consumatore che vede ridotte le caratteristiche di quantità e qualità del prodotto che può mantenere così lo stesso prezzo.
La shrinkflation è una strategia di mercato che prevede cambiamenti sono minimi e limitati a una piccola gamma di prodotti, ma sufficienti per compensare l’inflazione. Questo fenomeno rischia di allontanare sul lungo termine i clienti da un prodotto, oltre che rendere più difficili da valutare gli effetti dell’inflazione stessa.
Alcuni grandi produttori adottano tale pratica per lasciare invariati i prezzi di alcuni alimenti, che non sono valutati in relazione al loro peso. Di contro i consumatori inevitabilmente spendono di più per una quantità minore della stessa merce. Lo stesso fenomeno può accadere per i servizi come quelli turistici, ristorativi o alberghieri.
Una prassi che inganna i consumatori, i quali non hanno la percezione di subire un aggravio di spesa, e svuota i carrelli anche del 30%. La riduzione delle quantità di prodotto nelle confezioni riguarda non solo il comparto alimentare, come merendine, succhi di frutta, biscotti, ma una moltitudine di beni per la cura della persona e della casa. Tra questi detersivi e dentifrici, i cui prezzi di vendita rimangono inalterati nonostante le dosi e i pesi subiscano una costante diminuzione.
Se l’aumento di prezzo viene immediatamente percepito, non è spesso possibile accorgersi della shrinkflation applicata a questi prodotti. Il consumatore spesso è ignaro della quantità o non ricorda quella precedente.
Per le aziende prive di un forte potere di determinazione dei prezzi, ridurre il peso, il volume o la quantità di prodotti, rappresenta l’unica opzione per mantenersi in profitto senza ridurre la propria quota di mercato. Il caso passato alle cronache è stato quello della barretta del Toblerone. Per compensare l’aumento del costo del cacao, i produttori decisero di ridurre il numero dei quadratini di cioccolato, allungando gli spazi tra l’uno e l’altro riducendo così la quantità di cacao utilizzata.
Una discesa da 249 fino a 168 può far storcere il naso, ma quanto è…
Indicazioni per la gestione delle criptovalute nel testamento, come evitare guai che fanno perdere tutto.…
Vendere un’auto può sembrare un’operazione semplice, ma sotto la superficie si nascondono dubbi e regole…
È stata l'ordinanza n. 12925 del 14 maggio 2025 della Cassazione a tratta la multa…
Una semplice email può sembrare innocua, ma nel mondo del condominio può cambiare il destino…
File ai distributori, taniche di riserva, volti tesi e litigi per un pieno: non è…