Soldi bloccati fino al 2051 per un 4%? Tutta la verità su questo investimento

Sembra il colpo del secolo: una cedola del 4% netto quando i tassi BCE sono scesi al 2,40%. Eppure, dietro a questo investimento apparentemente perfetto si nasconde molto di più. Il prezzo basso, il lungo termine e la reale convenienza vanno osservati con attenzione. Un BTP molto discusso promette tanto, ma solo chi legge bene tra le righe capirà se vale davvero la pena.

L’idea di ottenere una cedola fissa superiore al 4% fa subito gola. È come una luce nel buio per chi cerca rendimenti sicuri e consistenti.

Grafico del profitto
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Ma il mondo degli investimenti, soprattutto nel reddito fisso, non funziona con formule semplici. Oggi il tasso ufficiale della BCE è al 2,40% e trovare un titolo che promette quasi il doppio suona sospetto. In realtà, ci sono spiegazioni molto chiare, anche se spesso sottovalutate.

C’è un BTP che in questo momento viene scambiato a un prezzo molto basso, ma con una scadenza davvero lontana: il BTP Tf 1,7% St51 Eur, che scade nel 2051. Il suo prezzo di mercato si aggira intorno a 59,89. Acquistandolo oggi, si incassa ogni anno una cedola dell’1,7% sul valore nominale, quindi 170 euro lordi per ogni 10.000 euro investiti. Ma la vera attrazione sta nella differenza tra il prezzo pagato e il valore finale che lo Stato restituirà alla scadenza, cioè 100.

Il fascino del guadagno lungo… molto lungo per questo BTP

Il rendimento effettivo a scadenza di questo titolo è del 3,99% netto. Quasi il doppio dei tassi attuali. Ma per ottenerlo bisogna tenere l’investimento fermo fino al 2051. Parliamo di 26 anni in cui il capitale sarà immobilizzato. In cambio, si riceveranno circa 149 euro netti all’anno in cedole e, alla fine, la differenza tra quanto pagato oggi (59,89) e il valore nominale del rimborso (100).

Salvadanaio e monete
Il fascino del guadagno lungo… molto lungo per questo BTP-trading.it

Sulla carta, è un affare. Ma nella pratica? La domanda è legittima. Immobilizzare 10.000 euro per oltre un quarto di secolo è una scelta impegnativa. In quel tempo, potrebbero arrivare occasioni migliori, inflazione più alta, oppure nuove crisi. E se si avesse bisogno di vendere prima? Il valore del titolo potrebbe essere inferiore, specialmente se i tassi dovessero salire nel frattempo.

La duration modificata, che misura la sensibilità del prezzo alle variazioni dei tassi, è altissima: 18,55. Significa che anche piccole variazioni dei tassi possono far oscillare molto il prezzo del titolo. In positivo o in negativo. Quindi sì, un rendimento netto del 4% è possibile, ma solo a fronte di pazienza, visione di lungo periodo e una certa dose di rischio temporale.

Il prezzo nascosto del rendimento alto

Molti pensano che una cedola alta equivalga sempre a un rendimento superiore. In realtà, è il prezzo d’acquisto a fare la differenza. Più il titolo costa meno della pari (cioè 100), più la differenza tra quanto si spende e quanto si riceve alla fine gonfia il rendimento annuo. Ma tutto questo ha senso solo se si porta il titolo fino alla scadenza. Ecco perché bisogna guardare oltre la cedola nominale.

Oggi il mercato offre pochi titoli con queste caratteristiche. E quelli che le offrono hanno tutti la stessa particolarità: una scadenza lunghissima e un rischio implicito di non poter reinvestire o cambiare strategia per molto tempo. È un tipo di investimento che può funzionare in una logica di portafoglio diversificato, ma non come unica fonte di rendimento.

Chi investe in BTP a lungo termine con queste condizioni deve sapere esattamente cosa sta facendo. Non si tratta di una truffa o di un inganno, ma di una struttura complessa che premia la pazienza e penalizza la fretta. Vale la pena bloccare i risparmi per 26 anni per un rendimento netto del 4%? La risposta non è uguale per tutti.

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