Quando qualcosa va storto, come una somma ricevuta per errore dall’INPS, potresti avere diritto non solo a sistemare la situazione, ma anche a recuperare parte dell’IRPEF che avevi già pagato. E se ti sembra complicato, la storia di Andrea ti farà cambiare idea. Nessuno te lo spiega davvero, ma c’è un modo per non rimetterci due volte.
Andrea ha 41 anni, un lavoro ritrovato dopo un periodo di disoccupazione e, come tanti, aveva ricevuto la NASpI. Un anno dopo, però, l’INPS lo informa che deve restituire una parte di quanto percepito.

La notizia non è piacevole, ma il problema più grosso arriva quando Andrea si chiede: “E le tasse su quei soldi, che fine fanno?”. Si rivolge così a un patronato, che gli apre gli occhi: si può recuperare l’IRPEF versata su somme da restituire all’INPS. Una possibilità che pochi conoscono, ma che può fare la differenza.
Recuperare l’IRPEF dal 730: una strada concreta e accessibile
Nel caso di Andrea, la cifra restituita all’INPS nel 2023 può essere indicata nel Modello 730/2024, anno d’imposta 2023, da presentare entro il 30 settembre 2024. Se però non riuscisse a rispettare quella scadenza, ha ancora una possibilità: inviare un 730 integrativo a favore entro il 26 ottobre 2024. È sufficiente compilare il rigo E33, dove si segnala l’importo restituito, così che venga escluso dal reddito tassabile.

Questa deduzione vale solo per il periodo in cui la restituzione è avvenuta. Ma se l’importo non è completamente deducibile in quell’anno, può esserlo nei successivi. E se Andrea non riuscisse a inserirlo nel 730 del 2024, potrà farlo nel Modello 730/2025, riferito al 2024. Chi invece presenta il Modello Redditi PF dovrà usare il rigo RP33.
È una procedura più semplice di quanto sembri, ma va seguita con attenzione. I modelli cambiano ogni anno, così come le scadenze. Ed è facile perdersi tra le regole se non si ha un minimo di guida. Andrea ha evitato l’errore più comune: ignorare la questione. E ha fatto bene.
Richiesta diretta all’Agenzia delle Entrate: l’alternativa al 730
Oltre alla via del 730, esiste anche l’opzione di richiedere direttamente il rimborso dell’IRPEF all’Agenzia delle Entrate. Una strada da considerare se non si è riusciti o non si può agire tramite la dichiarazione dei redditi. L’istanza può essere inviata via email, PEC, online o di persona, e deve contenere l’importo richiesto, i motivi, i documenti a supporto e i propri contatti.
Attenzione: c’è un termine massimo per agire. L’istanza va presentata entro 48 mesi dalla data del versamento. Oltre questo limite, si perde ogni diritto al rimborso.
La storia di Andrea mostra che anche una comunicazione sgradita può trasformarsi in un’occasione. Basta sapere come muoversi e non sottovalutare mai l’importanza di farsi assistere da chi conosce bene queste procedure.