La tranquillità è solo apparente. Migliaia di immobili finiscono sotto osservazione, proprio quando tutto sembrava risolto. Chi ha eseguito lavori sfruttando le agevolazioni edilizie ora deve fare i conti con i controlli incrociati del Fisco. L’Agenzia delle Entrate sta verificando detrazioni, documenti tecnici, spese e persino planimetrie. Nel frattempo, il Governo prepara la nuova legge di bilancio 2026, e molte delle attuali detrazioni fiscali sono destinate a ridursi o sparire. Il tempo per approfittare dei vecchi vantaggi sta per finire, mentre le nuove regole sono pronte a cambiare tutto.
Negli ultimi anni, le agevolazioni edilizie hanno sostenuto una vera rivoluzione nel patrimonio immobiliare italiano. Dai lavori di ristrutturazione al miglioramento energetico, gli incentivi hanno spinto famiglie e condomìni a investire nelle proprie case.
Il Superbonus 110% è stato il simbolo di questa stagione. Ora però il clima è cambiato. Con la fine del 2025 alle porte, il controllo dell’Agenzia delle Entrate si fa più intenso e l’orizzonte normativo si stringe. I segnali arrivano dalle manovre già approvate e dalle bozze in circolazione: il 2026 sarà un anno chiave per chi ha beneficiato o intende ancora beneficiare di questi strumenti.
Il Fisco ha intensificato le verifiche su chi ha usufruito dei principali bonus edilizi. Non si tratta più solo di controlli a campione. Attraverso il Sistema di interscambio e la banca dati catastale, l’Agenzia delle Entrate sta incrociando fatture, bonifici parlanti, certificazioni tecniche e visure. Qualsiasi incongruenza può far partire una verifica approfondita.
Un esempio concreto arriva da un condominio a Firenze, dove la detrazione del Superbonus è stata bloccata perché la comunicazione ENEA era incompleta. A Napoli, invece, un proprietario ha perso l’intero beneficio perché mancava la conformità edilizia dell’immobile. Si tratta di casi in aumento, che coinvolgono sia persone fisiche sia imprese. Il messaggio è chiaro: ogni bonus ricevuto deve essere giustificato in modo impeccabile.
La situazione è ancora più delicata per chi ha acquistato immobili ristrutturati con il Superbonus: l’Agenzia controlla anche chi ha beneficiato indirettamente degli incentivi. Le verifiche si estendono anche alle detrazioni per mobili ed elettrodomestici, dove è necessario dimostrare il legame con una ristrutturazione già avviata e regolarmente comunicata.
La manovra 2025 ha già ridotto diverse agevolazioni, ma con il 2026 si entra in una nuova fase. Il bonus ristrutturazione resterà al 50% solo per le spese 2025 sulla prima casa. Dal 2026, si scende al 36%, e per le seconde case al 30%. Anche ecobonus e sismabonus seguono lo stesso schema. Questi cambiamenti sono già confermati e fanno parte della strategia di razionalizzazione della spesa fiscale.
Il bonus mobili è stato prorogato fino al 31 dicembre 2025. Dopo quella data, potrebbe non essere rinnovato, lasciando fuori chi prevede di arredare una casa ristrutturata nei prossimi anni. Il bonus verde, invece, è già stato eliminato: non è più valido per spese sostenute dal 2025 in poi.
Un punto ancora aperto è quello del bonus barriere architettoniche al 75%. Molto apprezzato per la sua utilità sociale, scadrà il 31 dicembre 2025 salvo proroghe. In molti chiedono che venga mantenuto, soprattutto considerando il numero crescente di famiglie con persone anziane o disabili. Ma la decisione finale sarà presa con la prossima legge di bilancio.
Tutti questi segnali indicano che il sistema dei bonus casa sta cambiando. Non si tratta più di strumenti straordinari, ma di misure selettive, riservate a chi rispetta requisiti sempre più rigidi. La stagione delle detrazioni facili sembra ormai finita.
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