Spese dei rifiuti in condominio: ho ricevuto una bolletta troppo alta, ma il calcolo come è effettuato, in millesimi o a quote?

Una bolletta condominiale può sembrare solo un dettaglio, finché non contiene una cifra che fa alzare più di un sopracciglio. Succede spesso con le spese per la movimentazione e la pulizia dei bidoni dei rifiuti, una voce sempre più presente nei bilanci condominiali. Quando la cifra è alta, la prima domanda è: chi ha deciso quanto pagare e secondo quale logica? C’è chi ritiene corretto dividere in parti uguali, altri invocano i millesimi. Ma la risposta non è così immediata. E nemmeno scontata.

Quando si parla di pulizia dei mastelli o bidoni carrellati, si pensa a qualcosa di semplice: un operatore li sposta dal cortile alla strada, poi li pulisce e li riporta indietro. Eppure questo servizio, reso necessario dalle ordinanze comunali sulla raccolta differenziata, genera un costo che viene poi suddiviso tra i proprietari.

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Spese dei rifiuti in condominio: ho ricevuto una bolletta troppo alta, ma il calcolo come è effettuato, in millesimi o a quote?-trading.it

Ed è proprio qui che nascono le tensioni. Molti si chiedono: se tutti producono rifiuti, perché alcuni devono pagare di più? Ma la legge ha un’altra logica, e di recente anche una sentenza del Tribunale di Matera ha messo un punto fermo su questa questione, offrendo un chiarimento fondamentale per chi vive in condominio.

Le spese condominiali per i rifiuti seguono i millesimi, non le quote uguali

Nel caso affrontato dal Tribunale di Matera, un condominio aveva deliberato di dividere le spese per lo spostamento e la sanificazione dei bidoni in parti uguali tra tutti i condòmini. L’idea era che, trattandosi di un servizio legato ai rifiuti prodotti da ciascuna abitazione, fosse più giusto che ogni famiglia contribuisse in misura identica. Ma questa impostazione è stata contestata da alcuni proprietari, i quali hanno fatto ricorso.

persona che legge bolletta
Le spese condominiali per i rifiuti seguono i millesimi, non le quote uguali-trading.it

Il Tribunale ha chiarito che questo tipo di servizio, anche se legato a obblighi imposti dal Comune, è comunque un’attività svolta nell’interesse collettivo del condominio. E in quanto tale, va ripartita secondo l’articolo 1123 del Codice Civile: in base al valore delle singole unità immobiliari. In altre parole, le spese per i rifiuti in condominio si dividono secondo i millesimi e non “per testa”.

Questo criterio può apparire ingiusto, soprattutto nei casi in cui una famiglia numerosa occupa un piccolo appartamento e produce molti più rifiuti rispetto a un single in un attico. Tuttavia, la legge ha scelto un parametro oggettivo e facilmente applicabile: il valore proporzionale della proprietà. Per cambiare questo criterio, serve l’unanimità dei condòmini oppure un regolamento di condominio di tipo contrattuale che preveda una diversa modalità.

Contratti, regolamenti e sentenze: cosa davvero fa testo

Un altro punto importante chiarito dalla sentenza riguarda il contratto con la ditta incaricata. Anche se il preventivo per il servizio è formulato “a unità” o “a condomino”, questo dettaglio non ha alcun peso nella ripartizione interna tra i proprietari. Il contratto vincola il condominio verso il fornitore, ma non può modificare le regole stabilite dal Codice Civile.

Neanche una delibera votata a maggioranza può imporre una ripartizione in parti uguali. Serve il consenso unanime. Se manca, quella delibera può essere impugnata e annullata. La spesa per pulire e spostare i bidoni dei rifiuti è considerata un servizio di interesse comune, finalizzato a mantenere igiene e decoro negli spazi condivisi. La Corte di Cassazione ha più volte ribadito questo principio, anche con l’ordinanza 21086/2022 e la sentenza 4844/2017.

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