Le spese sanitarie rientrano tra gli oneri più frequenti nella dichiarazione dei redditi, ma la gestione varia a seconda della data di pagamento e di eventuali rimborsi. È importante distinguere tra acconti, saldi e rimborsi ricevuti in anni successivi per evitare errori nella compilazione del modello 730 e rispettare le regole dell’Agenzia delle Entrate.
Nel caso di cure mediche o spese dentistiche, come quelle sostenute da Marco, bisogna applicare il principio di cassa: conta il momento in cui il pagamento viene effettuato, non la data della fattura. A complicare il quadro vi sono i rimborsi ottenuti in anni successivi, che devono essere riportati in sezioni specifiche della dichiarazione, spesso come redditi a tassazione separata.

Gli errori più comuni riguardano l’inserimento di fatture pagate l’anno successivo o la mancata indicazione dei rimborsi, ma non mancano casi in cui il contribuente inserisce per errore due volte la stessa spesa oppure dimentica di aggiornare la dichiarazione al momento della ricezione del rimborso. Una gestione non corretta può portare a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate o alla perdita del beneficio fiscale spettante. Per questo motivo è essenziale verificare sempre i dati presenti nel 730 precompilato e, se necessario, correggerli con attenzione.
Quando detrarre le spese sanitarie
Secondo la normativa fiscale, le spese sanitarie detraibili devono essere dichiarate nell’anno in cui sono state effettivamente pagate. Se una fattura è stata emessa nel 2024 ma saldata a gennaio 2025, non va inserita nel 730/2025, bensì nella dichiarazione del 2026, relativa ai redditi 2025. È questo il caso della fattura di saldo del 23 dicembre 2024 pagata a inizio 2025: l’importo confluirà nella dichiarazione successiva.

Gli acconti versati nel 2024, invece, sono correttamente riportati nel 730/2025. In sintesi, nel modello di quest’anno Marco troverà solo le due fatture già pagate, mentre la terza andrà indicata nel 730 dell’anno successivo. Questo perché il principio di cassa stabilisce chiaramente che il pagamento è il momento che fa fede.
Come gestire i rimborsi ricevuti
Per quanto riguarda i rimborsi, il criterio è differente: se sono erogati in un anno successivo rispetto alla spesa sostenuta, vanno riportati nel rigo M3 del modello 730, con il codice 1, tra i redditi soggetti a tassazione separata. Nell’esempio concreto, il rimborso ricevuto da Marco nel 2025 deve essere indicato nel 730/2026, indipendentemente dall’anno in cui sono state sostenute le spese mediche.
Se il rimborso è parziale, la detrazione spetta solo sulla quota rimasta effettivamente a carico. Ad esempio, su una spesa di 3.000 € con un rimborso di 1.500 €, la detrazione sarà calcolata sui restanti 1.500 €. L’Agenzia delle Entrate riceve telematicamente dai vari enti le informazioni relative ai rimborsi, ma resta responsabilità del contribuente controllare e integrare i dati nel 730 precompilato.
In conclusione, Marco non deve inserire nel 730/2025 la fattura di saldo pagata nel 2025, né il rimborso ricevuto nello stesso anno. La prima comparirà nella dichiarazione successiva come spesa sanitaria detraibile, mentre il secondo sarà riportato nel rigo M3 del 730/2026 come reddito soggetto a tassazione separata. In questo modo, la dichiarazione risulterà coerente con le regole fiscali e con il principio di cassa.