C’è un dettaglio che può vanificare la detrazione fiscale sulle spese mediche, anche quando l’intento è solo quello di aiutare un familiare. Una visita pagata con la carta, uno scontrino della farmacia conservato con cura: sembra tutto in regola, eppure basta un nome sbagliato o un codice fiscale inserito male per perdere tutto.
Quando si tratta di soldi e salute, ci si aspetta chiarezza, ma sul fronte delle detrazioni sanitarie nel 730, le regole non sono così intuitive. Ed è proprio in quei gesti di affetto quotidiano che si annidano gli errori più comuni, quelli che emergono solo al momento della dichiarazione dei redditi.

Ogni anno, migliaia di famiglie italiane affrontano questo scenario. C’è chi paga la visita medica al genitore anziano, chi acquista farmaci per il coniuge o per un figlio. In quel momento si pensa a risolvere un problema di salute, non certo alla burocrazia fiscale. Ma il 730 arriva puntuale, e con lui i dubbi: chi può davvero portare in detrazione quelle spese? Basta aver pagato, oppure ci sono altre condizioni da rispettare?
Detrazione spese mediche: quando paga uno, ma detrae un altro
Una delle regole più rigide riguarda proprio l’intestazione della spesa. La detrazione sanitaria nel 730 spetta esclusivamente al soggetto il cui nome compare sul documento fiscale, indipendentemente da chi ha effettuato materialmente il pagamento. Non conta chi ha usato la carta di credito, ma chi risulta intestatario della fattura o dello scontrino parlante.

Facciamo un esempio reale: un figlio convivente paga una visita medica per il padre. La ricevuta, però, è intestata al genitore. In questo caso, la spesa non può essere portata in detrazione dal figlio, anche se ha sostenuto il costo. Questo principio è stato confermato più volte anche dall’Agenzia delle Entrate, come nella risposta all’Interpello n. 484/2020.
Attenzione anche al rapporto tra i soggetti: se la spesa è sostenuta per un familiare fiscalmente a carico, allora è possibile portarla in detrazione, ma solo se intestata correttamente e con pagamento tracciabile. Per essere considerato a carico, il familiare deve avere un reddito annuo non superiore a 2.840,51 euro (o 4.000 euro se ha meno di 24 anni).
Il ruolo decisivo del codice fiscale e dei pagamenti tracciabili
Anche gli acquisti in farmacia nascondono insidie. Qui, ciò che fa fede è il codice fiscale comunicato al momento dell’emissione dello scontrino. Se una persona compra dei medicinali per sé, ma comunica il codice fiscale di un familiare, la detrazione sanitaria nel 730 spetterà a quest’ultimo. Un dettaglio spesso ignorato, ma fondamentale.
Inoltre, per accedere alla detrazione è indispensabile che il pagamento sia tracciabile, cioè effettuato con strumenti elettronici come carte, bancomat, bonifici o app. Fa eccezione solo il caso di spese sostenute presso strutture pubbliche o private accreditate con il SSN, dove è ancora ammesso il contante.
In definitiva, il diritto alla detrazione nasce dalla somma di tre elementi: il nome sul documento fiscale, il codice fiscale corretto e il pagamento tracciabile. Anche un solo errore può far perdere un rimborso significativo.