Spese scolastiche e welfare aziendale: i 5 errori fiscali più gravi che l’Agenzia delle Entrate non perdona

Le spese scolastiche rimborsate tramite welfare aziendale devono essere gestite con attenzione nella dichiarazione dei redditi. Se si sommano a una detrazione fiscale già fruita, il rischio è di ottenere un doppio beneficio oltre le spese effettivamente sostenute. In questi casi il contribuente deve correggere la precompilata per allineare importi, rimborsi e vantaggi fiscali.

Il tema delle agevolazioni fiscali legate alle spese scolastiche dei figli è complesso, soprattutto quando si intreccia con i rimborsi previsti dai piani di welfare aziendale. Nella pratica, può accadere che una famiglia sostenga 3.000 € di costi per l’istruzione, riceva 2.500 € di rimborso dal datore di lavoro e applichi una detrazione fino a 800 €. In questi casi il totale dei vantaggi supera l’importo effettivamente speso, creando una situazione che va corretta in sede di dichiarazione.

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Spese scolastiche e welfare aziendale: i 5 errori fiscali più gravi che l’Agenzia delle Entrate non perdona – trading.it

L’Agenzia delle Entrate espone i rimborsi nella sezione della dichiarazione precompilata come redditi soggetti a tassazione separata. Tuttavia, se il contribuente ha già considerato i rimborsi nel calcolo delle detrazioni, o se non ha detratto quelle spese negli anni precedenti, è possibile intervenire modificando i dati. L’obiettivo è garantire coerenza tra spese sostenute, somme rimborsate e vantaggi fiscali ottenuti.

Welfare aziendale e detrazione spese scolastiche: regole fiscali

Secondo le indicazioni ufficiali dell’Agenzia delle Entrate, i rimborsi delle spese scolastiche erogati tramite welfare aziendale vanno dichiarati come redditi soggetti a tassazione separata. Sono inseriti nel rigo M3 con codice 1 del modello 730 o nel rigo RM3 del modello Redditi. Questo perché si tratta di importi riferiti a spese sostenute in anni precedenti, che vengono considerati a posteriori come emolumenti.

Le spese scolastiche, allo stesso tempo, rientrano tra gli oneri detraibili previsti dall’art. 15 del TUIR, con una detrazione pari al 19% e un limite massimo di 800 € per ciascun figlio. Tuttavia, la norma stabilisce che il contribuente non possa beneficiare contemporaneamente del rimborso e della detrazione oltre il costo effettivamente sostenuto.

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Welfare aziendale e detrazione spese scolastiche: regole fiscali – trading.it

Gli esperti sottolineano che la verifica deve essere effettuata direttamente dal contribuente in fase di dichiarazione: se le somme dichiarate non corrispondono alla reale situazione, occorre modificare la precompilata. Ciò significa che il rimborso dovrà essere assoggettato a tassazione separata solo per l’importo non già compensato da detrazione, evitando duplicazioni di vantaggio fiscale.

Come correggere la dichiarazione precompilata

Quando il totale di rimborsi e detrazioni supera le spese sostenute, è necessario intervenire sulla dichiarazione dei redditi. Ad esempio, se una famiglia ha speso 3.000 €, ha ricevuto 2.500 € dal piano di welfare aziendale e ha già fruito di una detrazione di 800 €, dovrà correggere la cifra, riducendo la detrazione effettiva a 300 €. In questo modo, la somma complessiva di vantaggi non supera mai la spesa originaria.

La modifica può essere effettuata online, accedendo alla sezione dedicata della dichiarazione precompilata, oppure con l’aiuto di un intermediario abilitato, come un CAF o un commercialista. L’intervento consente di evitare errori e possibili contestazioni future, mantenendo la piena coerenza tra spese dichiarate e benefici fiscali.

Il principio generale ribadito dall’Agenzia delle Entrate è chiaro: le spese scolastiche possono generare risparmio fiscale tramite detrazione o tramite rimborso, ma mai in misura superiore al costo effettivamente sostenuto. Per questo motivo è fondamentale controllare con attenzione i dati presenti nella precompilata e correggere eventuali discrepanze, così da rispettare il vincolo di proporzionalità imposto dalla normativa.

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