Se affitto una stanza della mia abitazione principale devo pagare l’IMU? La domanda è lecita dal momento che la stanza porta profitto.
Come sapete non è tenuto a pagare l’IMU il proprietario dell’abitazione principale dove vive. Ma cosa succede – come sta accadendo in tutta Italia ormai – se decidete di affittare una stanza in una sorta di B&B?

Si avvicina la prima scadenza di pagamento per l’IMU (16 giugno) e cerchiamo di togliere gli ultimi dubbi su chi dovrà pagare l’imposta e chi no. Le regole sono chiare. L’Imposta Municipale Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia di 14 anni fa e si paga a livello comunale. Dal 2011 alcune cose sono cambiate. Con la Legge di Bilancio 2020, per esempio, è stata cancellata la TASI.
Il pagamento della tassa è dovuto da tutti coloro che possiedono fabbricati diversi dall’abitazione principale dove si è stabilita la residenza anagrafica e la dimora fisica, abitazioni principali signorili (di lusso) che fanno parte delle categorie A/1, A/8 e A/9); aree fabbricabili; terreni agricoli. L’IMU è dunque obbligatoria per i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili e terreni; titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie;
coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio solo nel caso di abitazione “di lusso”; concessionario nel caso di concessione di aree demaniali; locatario per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.
IMU: chi è esente dalla tassa deve pagarla lo stesso in caso di stanza affittata?
L’IMU viene pagata tramite il Modello F24 in due rate (la prima il 16 giugno prossimo) pari al 50% dell’imposta annua, oppure in una rata unica pari al 100%. Il contribuente che si rivolge ai a CAF sarà aiutato direttamente dall’operatore che gli rilascerà l’F24 già compilato con l’importo da versare.

Come sapete, per abitazione principale si intende l’immobile “nel quale il possessore dimora abitualmente e risiede anagraficamente”. In questo caso il proprietario non è tenuto a versare la tassa. Al contrario, se manca anche uno dei due requisiti, l’immobile è considerato come seconda casa, e dunque soggetto a IMU. Ma cosa succede se chi è esente dalla tassa, affitta una stanza della propria abitazione?
Una recente sentenza della Corte di Giustizia Tributaria del Lazio ha sentenziato che l’affitto di una singola stanza all’interno dell’abitazione principale non lede il diritto all’esenzione, questo perché resta immutato il riferimento normativo della legge primaria che riconosce l’esenzione IMU per l’abitazione principale. Per la Corte, la coabitazione tra proprietario e soggetto terzo in co-locazione non cambia la natura dello status di prima casa per l’immobile né la dimora abituale del suo proprietario.