Successione e cassette di sicurezza: i 4 errori peggiori che costano caro agli eredi

Il tema della cassetta di sicurezza e di cosa accade in caso di decesso dell’intestatario riguarda molte famiglie. La normativa italiana prevede infatti regole precise, spesso poco conosciute, che incidono sull’accesso e sulla gestione dei beni custoditi. Capire come funziona il blocco e quali soluzioni preventive adottare è fondamentale per evitare sorprese agli eredi e al coniuge superstite.

L’utilizzo della cassetta di sicurezza bancaria è una pratica diffusa per la custodia di gioielli, documenti importanti e altri beni di valore. Tuttavia, non tutti sono consapevoli che, al momento della morte dell’intestatario, la banca è obbligata a bloccarne l’accesso. Questo avviene anche se esistono deleghe attive: la legge stabilisce che la delega cessa con il decesso, per tutelare i diritti degli eredi legittimi e legittimari.

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Successione e cassette di sicurezza: i 4 errori peggiori che costano caro agli eredi – trading.it

Secondo le indicazioni dell’ABI e delle circolari bancarie, la riapertura della cassetta richiede la presenza degli eredi e il rispetto delle procedure di successione. È quindi necessario distinguere tra uso in vita e gestione post mortem, un aspetto che genera spesso dubbi e preoccupazioni.

Cosa accade alla cassetta di sicurezza dopo il decesso

In caso di morte dell’intestatario, la banca appone i sigilli alla cassetta e ne vieta l’accesso fino alla conclusione degli adempimenti successori. Questo meccanismo è pensato per impedire che eventuali beni vengano sottratti senza il consenso degli eredi. Per l’apertura, si procede in presenza di un funzionario della banca e, in alcuni casi, con un notaio che redige l’inventario dei beni presenti. Solo dopo la definizione della successione ereditaria, i beni possono essere attribuiti ai legittimi titolari. Anche i coniugi delegati, che durante la vita potevano accedere liberamente, perdono questo diritto alla morte del titolare, come chiarito da più pronunce della Cassazione.

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Cosa accade alla cassetta di sicurezza dopo il decesso – trading.it

Per ovviare a questo problema, alcuni esperti suggeriscono di valutare soluzioni preventive, come l’apertura di cassette separate intestate a ciascun coniuge, con eventuali deleghe incrociate. In questo modo, al momento della morte di uno dei due, la cassetta intestata al coniuge superstite rimane attiva e accessibile, garantendo continuità di utilizzo. È però importante ricordare che, anche in questo scenario, i beni custoditi possono rientrare nell’asse ereditario e quindi essere rivendicati dagli altri eredi al momento della successione.

Soluzioni pratiche e strumenti successori

Una delle strategie più citate dagli operatori bancari e dai notai è quella di combinare le cassette separate con strumenti di pianificazione successoria. Attraverso un testamento, ad esempio, si possono stabilire in anticipo le destinazioni dei beni custoditi, riducendo il rischio di contenziosi familiari. In alternativa, si possono valutare altri strumenti giuridici come donazioni o patti di famiglia, tenendo conto delle norme che tutelano comunque le quote di legittima degli eredi.

Le banche, come indicato dall’<strong’ABI, offrono spesso consulenze specifiche per orientare i clienti sulla gestione delle cassette di sicurezza e sugli effetti della morte dell’intestatario. Alcuni istituti prevedono anche polizze o servizi aggiuntivi per garantire maggiore flessibilità. Rimane comunque centrale il principio secondo cui il decesso dell’intestatario blocca ogni delega, e l’accesso successivo deve sempre avvenire nel rispetto delle procedure di successione. Per le famiglie, ciò significa pianificare in anticipo non solo la custodia dei beni, ma anche le modalità con cui questi verranno trasmessi agli eredi.

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