Le istituzioni scendono in campo ancora una volta, fornendo un sostegno concreto ai soggetti che riversano in difficoltà economiche.
Rimane confermato anche per quest’anno il contributo da destinare a quella fetta di popolazione che nell’ultimo periodo ha affrontato più di qualche difficoltà a livello economico. Il Governo nei mesi scorsi ha deciso di mantenere attivo il sussidio da oltre 600 euro per chi si ritrova in condizioni precarie ma è ancora da chiarire se sarà presente all’interno della prossima Legge di Bilancio che, ricordiamo, dovrà essere approvata entro la fine di dicembre. Nel frattempo, rimangono in essere i parametri già stabiliti in precedenza.
Tra i requisiti fondamentali per ottenere l’erogazione del sostegno bisognerà: essere in possesso di una dichiarazione dei redditi certificata dall’Agenzia delle Entrate, non essere titolari di trattamento pensionistico diretto, non essere assicurati presso altre forme previdenziali e non percepire l’Assegno di Inclusione. Ma non sono le uniche obbligazioni da tenere conto per un eventuale soggetto richiedente. La domanda – ricordiamo – dovrà essere inviata telematicamente tramite l’area riservata sul portale dell’INPS.
Trapelano indiscrezioni online mentre la prossima Legge di Bilancio prende forma, il Governo avrà tempo fino alla fine dell’anno per limarne i dettagli. La speranza, comunque, è che una delle misure più utili degli ultimi anni venga confermata ancora ovvero il Bonus Partita IVA, meglio noto come Bonus ISCRO (Indennità per lavori autonomi). La finestra temporale si è già chiusa per quest’anno – il termine ultimo per le domande era il 31 ottobre scorso – ma non è da escludere che il prossimo possa essere richiesta ugualmente. Nel frattempo diamo un’occhiata ai requisiti per ottenere il contributo.
Al sussidio (al momento) hanno accesso tutti quei soggetti con una Partita Iva aperta da almeno tre anni, con un fatturato inferiore ai dodicimila euro annui e inferiore al settanta per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti alla domanda. È bene ricordare, inoltre, come le somme percepite concorreranno poi alla formazione del reddito.
Il contributo viene concesso per sei mesi e risulterà pari al venticinque per cento del reddito dichiarato in fase di richiesta e non potrà superare gli ottocento euro mensili (si parte da una base di duecentocinquanta euro al mese).
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